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Trump distrugge l'”Occidente collettivo”, che finge di non capirlo

Non è difficile inquadrare il discorso di Donal Trump all’assemblea generale dell’Onu. Ma è imbarazzante.

A prima vista sembra il delirio di uno squinternato, pieno com’è di vanterie senza meriti o di stupidaggini degne di un ubriaco all’osteria (definitiva quella sulla “truffa del cambiamento climatico”).

Eppure la logica c’è, ed è semplicissima: “conta solo quel che l’America vuole, e l’America sono io”.

La prima affermazione ha ovviamente un senso politico forte, del tutto inaccettabile per il resto del mondo, senza troppe distinzioni tra “alleati” e “avversari”. La seconda è un delirio di onnipotenza che dovrebbe far sorridere, visto che proviene da un quasi ottantenne.

I commentatori mainstream, anche i più filostatunitensi, si sono trovati spiazzati. E’ difficile fare bene i servi quando il tuo capo ti sputtana come tale in pubblico…

Qualcuno ha chiamato in causa persino la fisiognomica per definire una narrazione che separasse l’inaccettabilità della chiacchiera trumpiana dalla dovuta accettazione dei suoi ordini. “Non mi piace come me lo dice, ma condivido quel che dice”, in pratica…

Il problema, per tutti costoro (politici o giornalisti, non cambia molto) è che il discorso di Trump distrugge dalle fondamenta l’”Occidente collettivo” capitalistico per come si è presentato e rappresentato fin qui.

Nemmeno un accenno alla “democrazia”, neanche in contrapposizione con le “autocrazie” o gli infiniti sinonimi usati da queste parti. Nessuna glorificazione dei “valori” che avrebbero reso “migliore” questa parte di mondo rispetto alle altre. Solo la rivendicazione di una supremazia esclusiva per gli Stati Uniti (e ovviamente per Israele, quasi impossibile distinguerli).

Quindi c’è la difficoltà oggettiva di accettare la minorità cui si è condannati come “europei” e allo stesso tempo esaltare la grandezza dell’America. Ossia di Trump.

Soprattutto distrugge le basi logiche, prima ancora che giuridiche ed istituzionali, dell’ordine “basato sulle regole” che ha tenuto in piedi gli equilibri del mondo nonostante guerre fredde o calde, invasioni, occupazioni, colonialismo antico o di ritorno. Al posto di quelle “regole” c’è solo la volontà degli Usa, anche quando è lunatica come ora…

L’Onu non serve a niente” dice il presidente del paese che più di tutti ha contribuito a distruggerne l’operatività, e dunque la credibilità, ponendo il veto sistematico su tutto ciò che contrastava con i propri interessi. Fin da quando Trump era solo un ragazzo che riscuoteva l’affitto nelle palazzine di proprietà del padre…

E’ definitivamente vero, ma fa comunque senso che sia il suo killer a dirlo, mentre il resto del mondo va costruendo contesti paritari – o comunque non così scopertamente truccati – entro cui far prosperare ognuno senza calpestarsi eccessivamente i piedi. I Brics, lo Sco, gli accordi più o meno vasti che si vanno stringendo tra paesi che pure non si sono mai amati, sono tutti tentativi – per un verso – di surrogare una funzione arbitrale seria che l’ONU non riesce più a svolgere perché gli Usa non vogliono. E di sottrarsi – per altro verso – ad un legame diventato ormai soffocante.

Che senso ha elaborare “risoluzioni” che tutti sarebbero costretti a rispettare quando c’è un paese – Israele, of course – che non ne ha mai rispettato una?

E così per tutti gli alti organismi internazionali (Wto, Corte Penale, ecc) che proprio gli Stati Uniti negli ultimi 40 anni hanno deciso di svuotare.

Ai poveri cantori dell’Occidente non resta che enfatizzare l’ennesimo cambio di tono sulla guerra in Ucraina, benedicendo il Trump che dice «Kiev può vincere e riprendersi tutto», «La Russia è una tigre di carta», «Abbattete i jet russi che sconfinano».

Neanche fanno finta di capire che questo “cambio di marcia” è declinato nel solito modo: “questa guerra è un affare dell’Europa, vedetevela voi, ma almeno smettete di compare petrolio dalla Russi e comprate il mio”.

Il suprematismo è un delirio, e Trump lo rappresenta in purezza.

Il servilismo è uno schifo, rappresentato pure male…

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1 Commento


  • Mario

    Far parte di questa Unione europea che si lascia continuamente umiliare è veramente triste.

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