Conclusa con l’abbordaggio israeliano e l’arresto degli attivisti a bordo della Global Sumud Flotilla, c’è una nuova flottiglia di 11 tra barche e navi che sta facendo rotta verso la Gaza.
Si tratta della Freedom Flotilla che prende il nome dalla prima missione – quella del 2010 che vide 10 attivisti turchi uccisi dai militari israeliani sulla nave Mavi Marmara – e che cercherà nuovamente di rompere il blocco navale di Israele che dal 2009 occupa le acque internazionali a ridosso delle acque territoriali palestinesi di Gaza.
L’ammiraglia è la nave Conscience, ci sono poi le navi Gassan Ghanafani e Al Awda (“Il ritorno”), e altre otto navi.
Alcune di queste navi sono partite nei giorni scorsi da Otranto, altre dalla Sicilia.
La “Conscience” è una nave che porta con sé oltre cento medici, infermieri, operatori sanitari.
“Non trasportiamo “barrette di cioccolato”, come Israele ha avuto l’arroganza di dire riguardo alle nostre missioni precedenti. Trasportiamo esseri umani. Trasportiamo umanità” scrive in una nota la Freedom Flotilla. “La Conscience” non è solo una nave: è un atto di resistenza internazionale, un fronte di popoli che si solleva contro il colonialismo, lo stesso che ha piegato e insanguinato terre, culture, civiltà”.
Intanto potrebbero cominciare da oggi i rilasci degli attivisti ancora detenuti in Israele della Global Sumud Flotilla, mentre la flottiglia di una quarantina di imbarcazioni partite dalla Turchia sembra che abbia sospeso la sua navigazione verso Gaza.
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