In Ecuador sono naufragati i quattro quesiti referendari che il presidente Daniel Noboa aveva proposto. Votazioni su quesiti che avevano una doppia natura reazionaria: da una parte avrebbero permesso di riscrivere le regole del gioco democratico del paese, dall’altro avrebbero aperto le porte alla presenza militare statunitense.
Noboa, con la sua Azione Democratica Nazionale, aveva vinto le presidenziali dello scorso aprile con molte polemiche sollevate sui risultati da parte della sfidante Luisa González, di Revolucion Ciudadana (Rivoluzione dei Cittadini), il partito progressista che aveva governato il paese con Rafael Correa. Noboa confermava il mandato ottenuto nell’aprile 2023, durante il quale il suo governo si era contraddistinto per i caratteri repressivi e neoliberisti.
Uno dei suoi cavalli di battaglia fino a oggi è stata la “lotta alle organizzazioni del narcotraffico”, tanto da arrivare a dichiarare lo stato di “conflitto armato interno” a inizio 2024. Ma oltre che cavallo di battaglia, è stato soprattutto un cavallo di troia per la militarizzazione della vita del paese, mentre le proteste dei lavoratori sfruttati venivano represse.
Dopo l’elezione di aprile, Noboa ha tentato di cambiare alle fondamenta la cornice costituzionale dell’Ecuador stesso. Tre quesiti referendari l’avrebbero di fatto svuotata: uno sulla proibizione di basi militari straniere sul territorio ecuadoriano, uno sulla riduzione del numero dei parlamentari, uno sull’eliminazione dei finanziamenti pubblici ai partiti.
C’era poi una quarta domanda, un quesito di Consulta popolare per la convocazione di una nuova Assemblea costituente allo scopo di redigere una nuova Costituzione. Appare chiaro il doppio binario su cui si voleva muovere Noboa: aprire il proprio paese agli USA, e tratteggiare un nuovo “sistema di regole” che seppellisse l’architettura istituzionale dell’era di Rafael Correa.
Tutti e quattro i questi referendari sono stati respinti dal popolo ecuadoriano. Va sottolineato che la proposta di una nuova Assemblea costituente ha ricevuto oltre il 60% di no, e la possibilità di accettare basi militari stranieri ha visto addirittura oltre i due terzi dei votanti contrari. Quest’ultimo nodo è in stretta connessione con il cambio di indirizzo strategico statunitense.
La dottrina trumpiana ha deciso di dedicare maggiore attenzione all’America Latina, tradizionale “cortile di casa” dell’imperialismo stelle-e-strisce. Uno degli strumenti che sta venendo utilizzato – contro Venezuela e Colombia – è proprio quello della lotta al narcotraffico, caro anche a Noboa. I due presidenti, quello ecuadoriano e quello statunitense, si sono pure incontrati nel marzo scorso.
La Casa Bianca guardava con interesse alla presenza una base presso Manta e Salinas, ma la Costituzione del 2008 impedisce di avere basi straniere sul territorio dell’Ecuador. Cancellare questo divieto avrebbe aperto la strada alle forze armate statunitensi, con la vittoria strategica di un nuovo solido presidio militare in Sud America, dopo aver già ottenuto un ampliamento del proprio dispiegamento a ridosso del Canale di Panama.
Ma per ora, questa possibilità è scongiurata. Ciò non toglie il fatto che il governo ecuadoriano continua la propria politica antipopolare, e che i rischi di un pesante condizionamento straniero, con danni per l’intera America Latina, rimangono alti.
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Isabel
E propio così No vogliamo base norteamericana nell nostro territorio, perché dal 2018 che loro sono tornati hanno convertito al Ecuador in un narco-stato con un presidente con legame del narcotráfico a traverso a la. Noboa Trading’
Antonio Tarsitano
Sono contento del risultato positivo dei Referendum ..
..anche se come giustamente sostiene il Frente de Defensa de Lucas del Pueblo:
“..Indipendentemente dai risultati i grandi borghesi e i grandi proprietari terrieri continueranno a fare ciò che ritengono opportuno. Scritto o meno nella Costituzione..”
Ben altro occorre che i Referendum…
In ogni caso,seguo con attenzione la situazione tramite i Social
In particolare appunto,dalla pagina Punka Inti e Frente de Defensa del Pueblo su Facebook,trovo una linea coerentemente Antimperialista e Internazionalista,nel solco tracciato dal “Gonzalo Pensamento”degli anni passati
Purtroppo non ho riferimenti “fisici” qui a Milano e non son potuto esserci al recente presidio in Piazza Mercanti
Se ne avete …
grazie!
a pugno chiuso
Antonio