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Il “Project Sunrise” statunitense delinea il futuro di una Gaza colonizzata

Mentre nuove colonie vengono costruite in Cisgiordania, per mettere una croce sulla possibile nascita di uno stato palestinese (come in pratica rivendicato dal governo di Tel Aviv), la colonizzazione della Striscia è progettata dagli Stati Uniti. Il Wall Street Journal ha rivelato il contenuto di 32 slides che, sotto la menzogna della “ricostruzione”, ridefiniscono il futuro di Gaza come un parco giochi per speculatori e turisti. I diritti del popolo palestinese rimangono non pervenuti.

“Project Sunrise” – è questo il nome affibbiato al piano USA per la Striscia – sarebbe stato messo a punto da Jared Kushner, immobiliarista e genero di Donald Trump, insieme all’inviato speciale per il Medio Oriente Steve Witkoff, al membro dello staff della Casa Bianca Josh Gruenbaum, e altri alti funzionari stelle-e-strisce.

La presentazione sarebbe stata etichettata come “sensibile ma non classificata“, e il fatto che il Dipartimento di Stato abbia diffuso una smentita sui costi che dovrebbero caricarsi gli Stati Uniti, ma non sul resto, conferma, in sostanza, che il contenuto delle slides è davvero sul piatto delle discussioni sul futuro della Striscia.

Nel dettaglio, viene presentata l’idea di una “vetrina” sul Mar Mediterraneo: grattacieli e resort, avanzate reti energetiche, treni ad alta velocità, una presenza diffusa dell’intelligenza artificiale. 112 miliardi di dollari di investimenti da qui a dieci anni, su cui viene stimato un ritorno pari a circa 55 miliardi. Gli States coprirebbero almeno il 20% dei costi attraverso prestiti, per poi trarne profitto.

Non ci sono però ulteriori indicazioni su chi dovrebbero essere gli altri finanziatori. Stando alle indiscrezioni raccolte da alcuni funzionari statunitensi, il progetto sarebbe stato mostrato ad altri paesi, tra cui alcuni alcuni governi del Golfo, Turchia ed Egitto. Ovviamente, ciò rimanda immediatamente all’incontro avvenuto a Miami venerdì 19 dicembre, che si è concluso con un nulla di fatto per quanto riguarda la fase 2 della “pace trumpiana”.

Israele vuole trasformare la “linea gialla” in un nuovo confine dentro la Striscia, mentre continua a uccidere centinaia di palestinesi (400 dal “cessate il fuoco”). Di fronte alla continuazione del massacro, è evidente che qualsiasi ipotesi di completa smilitarizzazione di Hamas non ha alcuna concretezza, anche se è stata posta come clausola dagli USA per il “Project Sunrise”. Si tratta di un auspicio più che di una possibilità reale, dato che non c’è riuscita Israele con due anni di genocidio indiscriminato.

Per concludere la disamina dei problemi legati al progetto, inizialmente la popolazione verrebbe concentrata intorno alla futura “New Rafah”, una capitale amministrativa della regione costruita da zero. Mezzo milione di abitanti, 100.000 unità abitative, 200 scuole e 180 moschee. Una città che, sul lungo periodo, andrebbe a sostentarsi per mezzo dell’industria locale e del turismo.

Un’operazione che sembra più una deportazione di massa mascherata da programmazione urbanistica. Senza considerare che vengono completamente ignorati i diritti al ritorno alle proprie case, così come non c’è nessun accenno a danni di guerra, riparazioni, e così via.

Eppure, è tramite questa promessa che l’alleanza tra Washington e Tel Aviv vuole vendere al mondo intero la propria idea di “ricostruzione”, che getta una colata di cemento sopra l’eredità storica e culturale dei quartieri distrutti dai bombardamenti israeliani. E soprattutto, seppellisce sotto una parvenza di futuro la cancellazione dei diritti del popolo palestinese all’autodeterminazione.

Il tentativo è quello di usare la propaganda della “ricostruzione” per aprire una nuova fase di gestione del conflitto, capace di nasconderlo sotto il lusso, ma incapace di garantire una vera stabilità. Del resto, il problema rimane: quello dei diritti dei popoli calpestati da un’ideologia e da un’esercito coloniale e suprematista. La principale ragione di destabilizzazione del Vicino Oriente continuerà a operare, fino a che al sionismo verrà lasciata mano libera.

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