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I licenziati bussano due volte…alla Cgil

E’ in corso da metà mattinata un’occupazione piuttosto clamorosa in via Palestro 78 a Roma. Si tratta della sede della Nidil Cgil, la struttura confederale incaricata di seguire e tutelare i lavoratori atipici. E per essere atipici, i lavoratori che hanno occupato poche ore fa sono “atipicissimi” perchè sono quelli licenziati dalla Cgil stessa e che da mesi stanno protestando contro quello che ritengono un licenziamento immotivato.

Da dieci giorni stavano presidiando la direzione nazionale in Corso d’Italia, ma fino ad ora senza alcun risultato. La vicenda si trascina sin da quando il segretario della Cgil era Guglielmo Epifani, ma anche con l’arrivo della Camusso la situazione non si è sbloccata.

Per cui, ci dice al telefono Simona Miceli, hanno “deciso di passare all’azione con l’occupazione di una sede sindacale e di un sindacato nato proprio per affrontare le mille forme della precarietà e della atipicità dei contratti. Gli occupanti hanno chiesto un incontro ai dirigenti della Nidil Cgil e sono in attesa di una risposta.

Inutile nascondere che le difficoltà di questi lavoratori assai atipici (soprattutto per le caratteristiche del datore di lavoro) nel far conoscere la propria vicenda sono state enormi.“A quanti ci hanno accusato di esserci fatti “strumentalizzare” rispondiamo che è da mesi che inviamo le nostre storie – corredate dalle denunce (esposti e ricorsi) – a tutti i giornali d’Italia” dicono i licenziati nell’apposito blog che hanno aperto http://www.licenziatidallacgil.blogspot.com . “Siccome siamo uomini e donne di sinistra, abbiamo scritto prima di tutto a quei quotidiani che ci sembravano più vicini a noi e dai quali ci saremmo aspettati solidarietà. Per un fatto del tutto naturale e per coerenza con quanto si predica, infatti, era auspicabile che le nostre storie venissero raccontate anche e, soprattutto, da loro (ma solo pochi hanno risposto)” . Se dalla Cgil rispondono che “Più che di cause di lavoro, purtroppo sempre possibili, si è trattato fin dall’inizio di una campagna di aggressione gestita utilizzando siti e piazze virtuali ben prima di giungere nelle aule di tribunali, dopo aver respinto o disatteso ogni incontro”, ben diverso è l’atteggiamento di sindacati di base come l’USB che in un comunicato esprime il proprio sostegno alle lavoratrici e ai lavoratori licenziati dalla Cgil: “USB è al fianco dei lavoratori, sempre e comunque, anche di questi 30 e più lavoratori che intendono far valere i propri diritti e che per questo motivo si stanno battendo e stanno presidiando la sede nazionale della Cgil” afferma l’Usb“Oltre 30 lavoratori già dipendenti della Cgil, hanno intrapreso azioni legali nei confronti del proprio “datore di lavoro” che riguardano “lavoro nero, lavoro irregolare, mobbing, molestie, contratti atipici, licenziamenti per rappresaglia e ritorsioni, intermediazione illegittima di manodopera”.

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