Menu

Bertone, oggi il referendum

Alla ex Bertone di Grugliasco, passata alla Fiat un anno e mezzo fa e da otto anni sostanzialmente senza produzione, si deve decidere se approvare o no il diktat della Fiat: “modello Mirafiori oppure niente investimento” e restituzione dello stabilimento (con circa 1.100 dipendenti) alla procedura fallimentare.

Un “doppio ricatto” ha sintetizzato Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, presente all’assemblea, che ha anche assicurato che il suo sindacato “non lascerà soli i lavoratori”, ma che “non firmerà mai questo accordo”.

La promessa Fiat è di investire 550 milioni di euro per la produzione di un modello Maserati. Si voterà fino a domani pomeriggio alle 18 e, sempre domani, in serata, si conoscerà l’esito del referendum.

I delegati della Rsu aziendale, anche quelli della Fiom, hanno invece detto in assemblea di votare sì all’accordo per l’investimento alla ex Bertone.

«Non ci faremo dividere – ha detto in assemblea il delegato Fiom Pino Viola – tra quelli che vogliono lavorare e quelli che vogliono difendere i diritti, perchè questa battaglia l’abbiamo iniziata tutti insieme e tutti insieme la vogliamo portare avanti. Non permetteremo a nessuno, tanto meno all’azienda, di scaricare su di noi la responsabilità di non fare l’investimento». Viola ha concluso dicendo che sarà necessaria «una verifica democratica con la rielezione della rsu perchè non si è riusciti a raggiungere l’obiettivo di un buon accordo che tenesse insieme lavoro e diritti».

Sempre oggi, in Abruzzo, dalle 14 alle 15, voteranno i circa 120 lavoratori ex Bertone in distacco alla Sevel in Val di Sangro. Andranno invece a votare a Grugliasco i lavoratori attualmente impiegati in altri stabilimenti Fiat del Piemonte. I dipendenti della ex Bertone sono 1.100 e sono da sei anni in cassa integrazione.

Un operaio della ex Bertone ha tentato il suicidio nei giorni scorsi e ora si trova ricoverato in gravi condizioni in ospedale. A dare l’annuncio dell’accaduto è stata questa mattina davanti ai cancelli dello stabilimento la moglie dell’uomo, che ha 60 anni e da 35 anni è dipendente della ex Bertone. Secondo il suo racconto l’uomo, che da tempo soffre di depressione, mercoledì mattina è uscito dall’ospedale dove era stato portato la sera precedente per una crisi e si sarebbe gettato da un cavalcavia.

 

*****

L presa di posizione dei sindacati di base.

Bertone e Mirafiori uniti nella lotta

Grazie al servilismo e la sottomissione del “sindacato” di comodo Fim, Uilm, Fismic e  Ugl, Marchionne e la Fiat possono tentare la spallata finale, ovvero nuove regole per cui in fabbrica ci potranno stare solo operai che lavorano anche dieci e più ore al giorno, per tutti i giorni della settimana, sabato compreso, che non si ammalano, non scioperano, non si lamentano e che vanno a mangiare, in ferie o in permesso solo quando il padrone lo consente.

 

Nuove regole per cui varcati i cancelli la democrazia sparisce definitivamente, e con essa qualsiasi tutela, e quindi anche il diritto alla salute ed alla sicurezza sul lavoro.

 

Non più diritti collettivi ma un arbitrio costante in cui il lavoratore dovrà essere solo e completamente succube alle esigenze dell’azienda: a Marchionne non basta vincere ai punti, vuole decidere il futuro del lavoro e della vita umana. Dopo Pomigliano e Mirafiori ora tocca alla Bertone , per estenderlo poi dappertutto.

 

Per l’A.d. Fiat manca solo un passo, che a chinare la testa e a deglutire la vergogna siano uno per uno gli stessi lavoratori della fabbrica, che saranno chiamati a un referendum che lo stesso Marchionne vuole sia fatto in fretta e da cui risulti a maggioranza la sottomissione ai suoi voleri.

 

Una sottomissione senza condizioni, senza contropartite e senza alcuna prospettiva nemmeno della continuità produttiva, dato che per molti – quelli già usurati dal lavoro – nella nuova fabbrica non ci sarà posto

 

Per questo dire di NO, votare NO, sarà l’unica cosa che permetterà alle lavoratrici ed ai lavoratori dello stabilimento di difendere un futuro dignitoso. E non solo per loro.

 

 

Oggi gli operai della Bertone sono chiamati a dare una prova di coraggio e resistenza che travalica i confini della fabbrica, di Torino e della stessa produzione dell’auto. Sono chiamati a dire NO a un progetto che vuole distruggere pezzo per pezzo tutti i diritti del lavoro e della tutela della qualità della vita, dentro e fuori dallo stabilimento.

 

Per questo non devono essere lasciati soli, ma  devono avere la vicinanza, la condivisione attiva e fattiva di tutti i soggetti che vogliono continuare a praticare la solidarietà sociale, che vogliono difendere quei beni comuni di cui la dignità e qualità del lavoro sono elementi essenziali.

Sede PROV.: Via San Bernardino 4 – TORINO

tel/fax 011 334345 e-mail cobas@cobastorino.org

Sede MIRAFIORI: Via Cercenasco, 23c –

Torino tel. 011 19822034

Sede PROV.: Corso Marconi, 34 – TORINO

tel 011 655454

e-mail Piemonte@usb.it

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *