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Grecia. E’ grave il manifestante pestato dalla polizia

Atene. Il governo Papandreu si è macchiato del sangue di decine di manifestanti. “Durante lo sciopero generale dell’11 maggio (mercoledi) abbiamo assistito ad un atteggiamento particolarmente brutale della polizia” afferma Erikos Finalis, esponente del Koe. Un dimostrante di 31 anni è ricoverato con gravi lesioni alla testa al Nikea General Hospital. Ma i manifestanti finiti in ospedale sarebbero decine. I micidiali attacchi della polizia alle manifestazioni sono avvenute sulla base degli ordini ricevuti direttamente dal governo Papandreu e del Ministro per la “protezione dei cittadini” (così la nuova dizione del ministero degli interni in Grecia) Christos Papoutsis.

La polizia ha detto che 17 dimostranti e due agenti sono rimasti feriti negli scontri, tra cui un manifestante con ferite gravi alla testa, mentre 24 persone sono state arrestate. “Siamo di fronte ad una escalation della violenza di stato” dice ancora Finalis “E’ evidente che il governo Papandreu ha scelto la strada della forza bruta contro il popolo in lotta. La questione critica è fino a che punto un regime illegale e anticostituzionale è disposto ad arrivare?”. La piattaforma Youtube si è affrettata a togliere il video, particolarmente cruento, nel quale si vede il pestaggio del manifestante da parte della polizia greca.

Ma in grave convalescenza – ed a causa della cura più che della malattia – è anche la situazione economica e sociale della Grecia. Secondo il FMI, non c’è necessità di una ristrutturazione del debito della Grecia ha detto Antonio Borges direttore per l’Europa del Fmi a una conferenza a Francoforte, secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg. «A questo punto riteniamo che la Grecia dovrebbe muoversi nella giusta direzione di un debito sostenibile» ha spiegato Borges. «Il programma greco è ambizioso», ha poi precisato, aggiungendo che il Fondo sta esaminando il piano di aggiustamento dei conti di Atene e che le conclusioni della revisione verranno rese note a giugno. Per gli analisti di Credit Suisse una ristrutturazione del debito greco è «inevitabile», mentre ieri gli esperti di Barclays hanno detto di ritenere probabile una ristrutturazione. Di parere opposto invece il FMI che è pronto a fornire nuovi aiuti alla Grecia se necessario escludendo una “sforbiciatà al debito” ma “consigliando” al governo socialista nuove privatizzazioni, che potrebbero contribuire a ridare ossigeno alle casse dello Stato. «Il governo ha un portafoglio straordinariamente ampio di asset» dicono gli esperti del FMI, spiegando che 50 mld di privatizzazioni previste al momento da Atene, rappresentano «meno del 20% del totale degli asset che potrebbero essere privatizzati». Stessa linea di pensiero – guarda caso le coincidenze – del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble «Se emerge che la Grecia non è in grado di tornare a finanziarsi sul mercato come previsto – ha detto il ministro – allora bisogna discutere di quali misure aggiuntive la Grecia può prendere». Si avete capito bene nuovi sacrifici e enormi privatizzazioni da mettere sul piatto se la Grecia vuole nuovi aiuti internazionali.

Ma intanto in Grecia la maggior parte delle persone che ancora hanno un lavoro vive con 500 euro al mese. Le saracinesche dei negozi sono abbassate e i cartelli urlano affittasi in ogni angolo, perché di vendere, di questi tempi, proprio non se ne parla. Poche le macchine in strada. L’auto costa, la benzina pure, meglio lasciarla ferma. I cellulari non li compra più nessuno. Tantomeno le scarpe e i vestiti alla moda. Ci si arrangia col guardaroba di due anni fa.

 

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