In Gran Bretagna oggi i lavoratori del pubblico impiego si astengono dal lavoro per protestare contro la riforma pensionistica proposta dal governo conservatore di David Cameron. Tra le categorie che hanno deciso di aderire alla protesta proclamata da quattro organizzazioni sindacali, spiccano gli insegnanti (circa 600mila) ma anche i dipendenti della Uk Border Agency, l’agenzia che si occupa dei controlli immigrazione alle frontiere. Persino 70 docenti della esclusiva università di Eton hanno aderito allo sciopero. Erano ben 25 anni che i lavoratori del pubblico impiego inglesi non incrociavano la braccia. La tregua è saltata per via dei tagli alla spesa pubblica che ha deciso Downing Street al fine di piegare la spesa pubblica alle necessità dei mercati finanziari. E i primi a respingere la manovra da lacrime e sangue che la coalizione ha impostato sono i dipendenti della scuola e dell’amministrazione pubblica. Il sindaco di Londra Boris Johnson, e con lui molti esponenti conservatori, hanno invocato una nuova legge restrittiva sulle agitazioni che coinvolgono il settore pubblico. Il ministro dell’Educazione Gove ha addirittura invitato i genitori a sostituirsi ai professori. Il nuovo schema in discussione prevede l’innalzamento dell’età pensionabile da 65 a 66 anni, sia per gli uomini che per le donne, entro il 2020. Inoltre, è previsto un aumento dei contributi del 3,2 per cento a partire dal prossimo aprile. Gli aumenti saranno solo dell’1,5 per cento per i redditi più bassi e del 5 per cento per i redditi più alti, compresi quelli dei parlamentari, come ha confermato ieri Cameron in un dibattito ai Comuni. Ma lo sciopero dei lavoratori pubblici potrebbe essere solo il primo segnale, sul piede di guerra infatti, sempre a causa dei tagli alla spesa e delle pensioni, ci sono anche i lavoratori della sanità, medici compresi, e dei trasporti. L’estate e l’autunno del governo conservatore di Cameron rischiano di essere roventi, ma anche i Laburisti rischiano perchè il loro invito a non rompere le trattative. Tony Blair che non perde mai occasione per tacere, ha invitato i sindacati a cavalcare l’onda della modernità e non della conservazione, implicitamente accusandoli di ricorrere a metodologie di lotta antiquate. Ma i lavoratori questa volta sembrano vogliano fare di testa propria.
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