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Libia. Gheddafi in Algeria?

Non è stato possibile verificare la notizia nè chi ci possa essere nel convoglio, ma le fonti ipotizzano che alti ufficiali libici o addirittura lo stesso Gheddafi con i figli possano aver lasciato il paese. Non è stato possibile contattare autorità algerine per un commento. L’agenzia egiziana cita come fonte un’unità militare dei ribelli di stanza nella città di Ghadamis, vicino alla frontiera con l’Algeria: il convoglio di auto blindate avrebbe attraversato la frontiera ieri, venerdì durante il giorno, e sarebbe stato scortato da un commando armato di nomadi del deserto che sembrano essere agli ordini di Gheddafi. Le stesse fonti affermano che i ribelli non sarebbero stati in grado di fermare il convoglio. (ANSA-REUTERS).

Uno stato di calma regna stamani a Tripoli dopo una notte di combattimenti, in cui raffiche ed esplosioni sono state udite in diversi quartieri e in cui gli insorti hanno guadagnato terreno. Le forze fedeli a Muammar Gheddafi sembrano aver adottato una tattica «mordi e fuggi», colpendo i ribelli qua e là per mentenere alta la tensione. Il comandante di un gruppo di ribelli, Abdelhamid, ammette: «Non sappiamo dove si nascondano gli uomini di Gheddafi. Ieri sera il capo delle operazioni militari degli insorti a tripoli, Abdel Najib Mlegta, assicurava che le sue forze controllavano ormai il 95% della capitale dopo la conquista della cittadella di Bab Al-Aziziziya, e venivano segnalate sacche di resistenza dei lealisti, soprattutto nei quartiere di Abu Salim e Salaheddin. Anche l’aeroporto, in mano ai ribelli, viene sporadicamente preso di mira dai ribelli con armi leggere e pesanti.

L’intervento in Libia è per la Francia un «investimento per il futuro»: lo ha dichiarato il ministro degli esteri francese, Alain Jupp‚, in un’intervista a Le Parisien. «Quando mi si chiede dei costi dell’operazione – il ministero della difesa parla di un milione di euro al giorno – devo sottolineare che si tratta anche di un investimento per il futuro», ha detto Juppè. Il capo della diplomazia francese ha anche detto che «le risorse del Paese sono state sequestrate da Gheddafi, che ha accumulato riserve d’oro». Secondo Juppè, «questo denaro deve servire allo sviluppo della Libia. Una Libia prospera sarà un fattore di equilibrio per la regione». Sulle rivolte arabe, Juppè ha detto che «per lungo tempo ci siamo fatti ingannare da coloro che dicevano che i regimi autoritari sono il migliore argine contro l’estremismo». Ma «ora non più», ha aggiunto. «La nostra linea, già prevalsa in Costa d’Avorio, è ora di privilegiare le aspirazioni dei popoli e la protezione delle popolazioni civili». Ma questa dottrina, gli chiede Le Parisien, si applica anche alla Siria? «Ma si applica per intero alla Siria!», ha risposto Juppè, sottolineando come la Francia per prima ha detto a Bashar al Assad di «lasciare il potere».

Le Nazioni Unite, l’Unione europea e l’Unione africana hanno rivolto un appello congiunto alle parti in conflitto in Libia invitandole ad astenersi da qualsiasi rappresaglia. Lo ha annunciato ieri sera la responsabile della Ue per la politica estera, Catherine Ashton. «Su iniziativa dell’Onu, ci siamo accordati per fare appello a tutte le parti a rispettare i loro obblighi umanitari e internazionali in materia di diritti umani, non devono esserci rappresaglie», si afferma in un comunicato.

Scontri si sono registrati nelle ultime ore nella città petrolifera libica di Ras Lanuf, a 220 chilometri da Sirte. Lo riporta la tv al-Jazeera, precisando che filtrano notizie riguardo alla presenza di cecchini – lealisti di Muammar Gheddafi – appostati in città. La battaglia per il controllo di Ras Lanuf, secondo l’inviato dell’emittente, «non è ancora finita». E intanto proseguirebbero le trattative tra i ribelli e i lealisti per una resa pacifica di questi ultimi. «Vogliamo che i negoziati abbiano successo – ha detto un comandante militare dei rivoltosi all’emittente – ma proseguiamo anche con le armi per dimostrare che se la situazione non si risolverà con il dialogo, allora verrà risolta con la forza». Dall’inizio della rivolta armata contro Gheddafi, Ras Lanuf, importante centro petrolifero, è passata più volte sotto il controllo dei ribelli, ma altrettante è stata ripresa dai lealisti. Appena quattro giorni fa i rivoltosi avevano annunciato di avere il controllo della città.

La Nato continua i bombardamenti a Sirte e contro obiettivi sensibili nei pressi di Tripoli. Lo rivela l’Alleanza nel suo bilancio quotidiano. A Sirte sono stati distrutti punti di osservazione militare e una quindicina di veicoli militari e blindati. Nelle vicinanze di Tripoli sono stati colpiti un deposito militare e un lancia missili. Altri obiettivi militari sono stati distrutti nei pressi di Ras Lanuf, città petrolifera a 20 km chilometri da Sirte, ad El Assah, Okba e Al Aziziyah.

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