I salari italiani sono tra i piu’ bassi dell’area Ocse, sono sotto la media dell’Eurozona e dell’intera Unione Europea. E’ quanto emerge dal Rapporto Annuale 2011 sul lavoro dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico della quale fanno parte i 32 paesi più industrializzati del mondo. Il salario medio in Italia e’ di 36.773 dollari ( al cambio di oggi circa 26.500 euro, NdR) l’anno contro una media Ocse di 48.488 dollari, una media dell’Eurozona di 44.904 dollari ed una media dei 27 paesi dell’Unione Europea di 41.100 dollari. Le retribuzioni medie italiane sono sostanzialmente allineate a quelle spagnole (35.031 dollari) ma ben lontane da quelle di Francia (46.365 dollari), Germania (43.352 dollari) e Gran Bretagna (47.645 dollari)e addirittura la meta’, o meno, di quelle pagate in media in Danimarca (68.280 $), Norvegia (72.237 dollari) e Svizzera (80.153 dollari).
Per l’Ocse, “lo shock negativo sui redditi da lavoro subito da non pochi italiani durante la crisi si e’ probabilmente tradotto in un aumento del rischio di poverta’ e di difficolta’ finanziarie, anche se l’aumento massiccio di risorse per la cassa integrazione guadagni ha contribuito significativamente a limitare il numero di lavoratori affetti da tali shocks”. Nel rapporto si rileva come “rispetto ad altri paesi Ocse, in Italia il sistema di tasse e trasferimenti gioca un ruolo minore nel proteggere le famiglie contro le conseguenze di grandi contrazioni del reddito da lavoro”. “Grandi riduzioni del reddito da lavoro individuale (per esempio in caso di perdita del posto di lavoro) – spiega l’Ocse – tendono a tradursi in contrazioni di reddito disponibile famigliare superiori a quelle osservate negli altri paesi Ocse. Cio’ occorre a causa della limitata azione di assorbimento degli shock operata dagli ammortizzatori sociali”
Si conferma così come dato generale quello che la stessa Ocse aveva già indicato due giorni come dato settoriale relativo agli insegnanti. L’Ocse aveva infatti certificato che in Italia professori e maestri guadagnano circa il 40% in meno dei lavoratori con un analogo grado di istruzione negli altri paesi. Ci vogliono poi molti anni per arrivare al top del salario: un professore delle medie ci arriva dopo 35 anni, 11 anni piu’ della media Ocse e gli stipendi degli insegnanti tra il 2000 e il 2009 in Italia sono diminuiti dell’1% in termini reali, mentre la media Ocse ha registrato un aumento del 7%.
La situazione dei bassi e bassissimi salari in Italia è talmente cruenta da suscitare qualche segnale d’allarme anche in ambienti decisamente insospettabili. Due giorni fa l’editoriale del Corriere della Sera (firmato da Massimo Mucchetti) scriveva testualmente “Il balzo della produttività è avvenuto attraverso il taglio dei costi, il trasferimento delle produzioni nei Paesi emergenti, gli arbitraggi fiscali e regolatori tra legislazioni e non solo attraverso il progresso tecnologico. Un processo che ha congelato i salari reali e aumentato la disoccupazione a tutto vantaggio dei profitti”. Più chiaro di così!!
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