Sta provocando dure reazioni in tutti gli ambiti la nuova imposta sugli immobili annunciata dal ministro delle Finanze greco Venizelos per ottemperare ai diktat della Bce, della Ue e del Fmi..
Da gennaio infatti entrerà in vigore una nuova tassa, della durata di due anni, sulle proprietà immobiliari. I greci dovranno pagare da 50 centesimi a quattro ero per metro quadrato sulla casa di proprietà, una imposta che, secondo le stime del governo di Atene, dovrebbero fruttare circa 400 miliardi. In Italia una misura simile fu introdotta nel 1992 con l’ISI (imposta staordinaria) e l’ICI (abrogata tre anni fa sulla prima casa). Contrari alla nuova imposta si sono detti anche molti parlamentari del Pasok, il partito socialista al governo. Non solo. Con una decisione che somiglia molto a quelle adottate in Italia, sembra che dal pagamento della tassa saranno esonerate le chiese e gli altri luoghi di culto, mentre la dovranno pagare anche i disoccupati, un accanimento che aumenta ancora di più la rabbia della gente. Il portavoce di Nuova Democrazia, il principale partito d’opposizione (centro-destra), ha accusato Venizelos di aver mentito ai cittadini per quanto riguarda la nuova tassa, mentre il Partito Comunista di Grecia (Kke) l’ha definita «un’imposta vergognosa» ed ha invitato dai cittadini a non pagarla. La coalizione della sinistra,Syriza, ha parlato di «trattamento di favore alla Chiesa nel momento in cui poveri e invalidi soffrono».
La nuova imposta, tra l’altro, verrà riscossa tramite la bolletta dell’elettricità, con il risultato che chi non la pagherà la tassa si vedrà tagliata anche la luce. Immediata è stata la reazione dei sindacalisti della Deh, la compagnia ellenica per l’elettricità, che hanno invitato i dipendenti dell’azienda a non tagliare la corrente in seguito al mancato pagamento della bolletta. Un invito al governo a non imporre la nuova tassa sugli immobili e a rivedere interamente la sua politica economica è stato rivolto Anche il Presidente della Camera di Commercio e dell’Industria di Atene ha invitato il governo a non introdurre la nuova imposta «Il nuovo attacco del governo contro le imprese e i cittadini – ha detto Michalos – lo rende responsabile morale della nascita di un nuovo movimento: quello dei “non posso pagare”, un movimento in realtà già attivo da mesi e che ha cominciato a non pagare i balzelli sulle autostrade e i biglietti dei trasporti urbani.
Ma le tensioni e le reazioni crescono anche sul versante dei lavoratori pubblici dove la paura per i cambiamenti che subirà il settore dell’Amministrazione pubblica greca dopo l’istituzione del nuovo Ufficio Unico per il pagamento di tutti gli impiegati statali e per gli eventuali tagli a stipendi e pensioni, è alla base delle dimissioni in massa degli impiegati statali in atto negli ultimi giorni in Grecia. Nel mese di settembre, infatti, secondo dati diffusi dal ministero delle Finanze, un numero insolitamente alto di domande di dimissioni è stato presentato agli uffici dello Stato. Si tratta di impiegati di tutte le categorie che, avendo maturato il diritto alla pensione, si sono dimessi creando buchi quantitativi e qualitativi in moltissimi servizi pubblici.
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