“Una catastrofe annunciata quella dei consumi. Il crollo delle vendite al dettaglio registrato a luglio del -2,4% (rispetto a luglio 2010) è gravissimo”. Federconsumatori e Adusbef hanno commentato così il dato diffuso dall’Istat e lanciano un avvertimento: “Quello che ci preoccupa maggiormente, però, è che tale contrazione è destinata a peggiorare ancora, aggravata dalle geniali manovre del Governo che si abbatteranno ulteriormente sul potere di acquisto delle famiglie con ricadute stimate, a regime, in ben 2.031 euro annui a famiglia”. Per le due associazioni si tratta di una cifra improponibile, che per di più si aggiunge all’inarrestabile crescita di prezzi e tariffe. “di questo passo ci stiamo avvicinando pericolosamente ad una caduta dei consumi del 4-5%, che avrà conseguenze drammatiche per le famiglie e per il Paese”. Secondo i consumatori è quindi “indispensabile ed urgente l’avvio di interventi all’insegna dello sviluppo, che traggano le risorse dove ce ne sono in abbondanza, colpendo in particolar modo il vergognoso fenomeno dell’evasione”.
A confermare l’allarme delle associazioni dei consumatori arriva anche la Confesercenti. “Spero che ora sia chiaro che non abbaiavamo alla luna quando di recente abbiamo manifestato la nostra contrarietà all’aumento dell’Iva” ha affermato il presidente di Confesercenti Marco Venturi commentando il dato Istat sulle vendite al dettaglio, dato che evidenzia come a luglio siano andati indietro registrando un -0,1% “che rappresenta il peggior dato del 2011, che diventa -2,4% rispetto al luglio 2010”.
Il problema è che aumento dell’Iva (con una tendenza dei commercianti a spalmarlo su tutti i prodotti, anche quelli in cui non è previsto l’aumento) si aggiunge ad un processo di brusco crollo dei consumi che risale al lontano 1993 (confessato anche in un recente editoriale del Corriere della Sera da due liberisti come Alesina e Giavazzi) e che ha avuto il suo boom dieci anni fa con l’introduzione dell’euro che, secondo i dati del Camper, ha portato ad una riduzione del potere d’acquisto di salari e pensioni del 39,7% in soli dieci anni.
Il blocco dei salari dei lavoratori pubblici, i tagli alle pensioni, gli aumenti delle tariffe dei servizi e l’aumento dell’Iva – assi centrali delle manovre finanziarie del governo imposte dalla Bce – non possono che avere un effetto recessivo, che si aggiunge ad una recessione reale che da ormai da quasi venti anni colpisce e deprime il potere d’acquisto di salari epensioni.
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massimo
IO HO UN ATTIVITA’COMMERCIALE E NOTO DAVVERO UN CALO FORTISSIMO DEI CONSUMI. SONO UNODEI TANTISSIMI COMMERCIANTI INGINOCCHIATI DA QUESTA SITUAZIONE.