Il Parlamento greco ha adottato nuove e dolorose misure di austerity nonostante le proteste di massa e uno sciopero generale che ha paralizzato il paese. Il governo socialista di George Papandreou ha ottenuto il sostegno di 154 deputati contro 144, sui 300 membri del parlamento eletto. Un solo deputato socialista, l’ ex ministro del Lavoro Louka Katseli, amica intima del primo ministro ha rifiutato di approvare un provvedimento del progetto, concernente la limitazione della contrattazione collettiva dei salari. La Katseli è stata immediatamente esclusa dal gruppo parlamentare socialista.
Un sindacalista di 53 anni è morto ieri durante scontri violentissimi tra manifestanti del Pame, il sindacato legato al Kke, il Partito Comunista di Grecia, e giovani dei gruppi antagonisti e anarchici mentre nel parlamento si stava discutendo sul maxi disegno di legge che prevede nuovi tagli e sacrifici per i greci.
Fin dalle prime ore di ieri, seconda giornata dello sciopero generale, il paese era paralizzato. Decine di migliaia di persone si sono radunate in piazza Syntagma (piazza della Costituzione) ad Atene e in altre piazze delle principali città greche. Mercoledì c’erano in piazza almeno 500mila manifestanti, ieri un po’ meno: dipendenti pubblici, professionisti, operai, commercianti, giovani, pensionati, lavoratori di ogni categoria e addirittura poliziotti che aderiscono alla protesta.
A differenza però dei giorni precedenti, dove gli scontri cominciavano con il solito lancio di sassi e bottiglie molotov da parte di piccoli gruppi di giovani e con gli attacchi dei poliziotti contro manifestanti pacifici, ieri il Pame ha deciso di schierarsi a protezione del monumento al Milite ignoto, che sorge a lato del parlamento. La cosa è singolare perché in questi due giorni sia il Pame che il Kke avevano deciso – finalmente – di non manifestare separatamente ma di congiungersi con la gente che manifestava in piazza Sintagma.
Al nutrito lancio di pietre scagliate da decine di giovani, vestiti di nero e muniti di maschere anti-gas, contro i manifestanti pacifici, il servizio d’ordine del partito comunista, con dei bastoni in mano, ha reagito, cercando di allontanare i giovani. La polizia ha lasciato fare e forse di è pure divertita a veder i manifestanti suonarsele di santa ragione, poi dopo mezz’ora è intervenuta con lanci di lacrimogeni, ma piazza Syntagma si era trasformata in un campo di battaglia.
Ci sarebbero almeno una quarantina i feriti, da entrambe le parti, mentre il 53enne sindacalista del settore edile affiliato al Pame, secondo le prime testimonianze, si sarebbe accasciato al suolo. In un primo momento si era detto che era stato colpito da una pietra ma compagni del sindacalista affermano che l’uomo é svenuto a causa di un lacrimogeno scoppiato a pochi passi da lui.
I sanitari dell’ospedale Evanghelismos, dove il 53enne era stato ricoverato, hanno detto che l’ uomo era arrivato già in fin di vita, ma è morto d’ infarto.
Oggi sono di nuovo in agitazione i lavoratori del settore della raccolta dei rifiuti urbani che si asterranno dal lavoro per tutta la giornata. I netturbini di Atene si raduneranno alle 11 in piazza Clathmonos, mentre nel pomeriggio terranno un’assemblea per decidere le loro prossime mosse. Allo sciopero aderiscono quei lavoratori, non si sa quanti siano, che non hanno ancora ricevuto l’avviso di precettazione. Secondo la Provincia dell’Attica sono stati già inviati 1.694 fogli di precettazione dei camion e 8.095 ai lavoratori del settore. Dal canto suo, anche la Federazione nazionale dei Marittimi ha proclamato un nuovo sciopero di 48 ore, fino alle 06.00 di domenica 23 ottobre. I lavoratori marittimi, che sono stati in sciopero fino alle 6 di questa mattina, accusano il governo di indifferenza e di mancanza di sensibilità per i loro problemi e quindi hanno deciso di astenersi nuovamente dal lavoro. Si raduneranno oggi alle 11 nel porto del Pireo.
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