Gli ultimi avvenimenti nel settore, dove si profilano esuberi, tagli al salario, aumenti dei carichi di lavoro, riduzione di servizi ed aumenti delle tariffe, confermano la necessità di una forte reazione da parte dei lavoratori del Tpl.
Il collasso delle aziende di trasporto napoletano, che hanno sospeso il pagamento degli stipendi; la disdetta del contratto aziendale all’Atac di Roma, dove si profila anche la separazione di questa azienda dal Consorzio Metrebus, con pesanti ricadute economiche sui costi per tutti i cittadini; o il caso della Calabria, dove accordi a perdere hanno concertato il taglio del salario di secondo livello, testimoniano l’urgenza di risposte per un settore strategico per il Paese.
Dopo la mobilitazione di ieri di fronte all’ASSTRA, da cui è scaturita la partecipazione di una delegazione USB al convegno sulla disciplina dei servizi pubblici dopo manovra e referendum, e dopo la partecipata assemblea di Roma, in cui lavoratori dei servizi pubblici e cittadini hanno evidenziato una comune visione sui problemi del trasporto locale, USB vede rafforzate le ragioni dello sciopero del 7.
Di fronte a questo ennesimo sciopero nazionale, consapevole sia delle difficoltà dei lavoratori sia dei cittadini utenti, USB ritiene inoltre quantomai urgente e indispensabile che le associazioni datoriali ed i referenti istituzionali tutti, senza tenere conto dei diktat imposti dalle organizzazioni sindacali firmatarie del contratto, avviino un confronto reale e permanente con USB, che rappresenta un’ampia fascia di lavoratori del settore.
In questi giorni le aziende locali stanno già procedendo al taglio di posti di lavoro e di pezzi interi del trasporto pubblico. A Napoli i lavoratori occupano da giorni gli impianti dell’Amn e stamattina hanno manifestato davanti alla Regione Campania per chiedere il pagamento degli stipendi arretrati. A Roma l’Atac ha disdetto i contratti integrativi di secondo livello, scatenando la rabbia di autisti, operatori di stazione e operai che ieri hanno manifestato in Campidoglio contro una decurtazione salariale senza precedenti.
Contro questo vero e proprio assalto l’USB ha convocato per lunedì uno sciopero nazionale di 24 ore che – nonostante le minacce delle aziende – promette di paralizzare la penisola.Il governo ha deciso di tagliare il 75% delle risorse finora destinate al servizio pubblico locale: 3,6 miliardi in meno alle Regioni, 1,5 alle Province e 3,7 ai Comuni. L’Asstra si difende e scarica le responsabilità su Palazzi Chigi, ma il sindacato di base chiama in causa la federazione delle aziende per l’aumento dei carichi di lavoro, gli straordinari obbligatori, i tagli ai contratti di secondo livello, la mancanza di sicurezza.
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