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Trasporto pubblico in sciopero: per non morire di tagli

(aggiornato alle 16.35)

 

Blitz dei Blocchi Precari Metropolitani al deposito Atac di Portonaccio, dove «circa 200 manifestanti stanno distribuendo dei fac-simile di abbonamenti gratuiti ai servizi di trasporto in solidarietà con gli autoferrotranvieri, oggi in sciopero di 24 ore». Lo comunica l’Usb. «Al momento via di Portonaccio è bloccata dai manifestanti, che hanno affisso lo striscione con su scritto ‘Libertà di movimento’ e lanciano slogan contro il rincaro delle tariffe, il taglio dei servizi e contro la privatizzazione del servizio pubblico. L’Unione Sindacale di Base raccoglie con soddisfazione questa iniziativa, che considera un segno dell’avviato percorso di mobilitazione con cui ha inteso coinvolgere i giovani, i precari, tutti i lavoratori e la cittadinanza, nella difesa del servizio di trasporto pubblico e di qualità, garantito per tutti e a prezzi equi, nella consapevolezza che si tratta di un servizio essenziale per la collettività e per l’ambiente»

Il governo vuole tagliare del 75% i fondi destinati al trasporto pubblico locale provocando così il licenziamento di migliaia di lavoratori e lavoratrici e la cancellazione del servizio su numerose tratte in tutta Italia. Un assalto che apre la strada alla privatizzazione di quello che i sindacati di base definiscono giustamente ‘un bene comune’, al pari degli altri servizi pubblici. 

E così oggi l’Unione Sindacale di Base è di nuovo impegnata a contrastare quest’attacco attraverso uno sciopero generale del settore sospeso a Genova, Alessandria e a Torino a causa dell’emergenza maltempo. Di seguito le modalità del blocco nelle principali città: Roma, dalle 8:30 alle 17 e dalle 20 al termine del servizio; Milano: dalle 8:45 alle 15 e dalle 18 al termine del servizio; Napoli: dalle 8 alle 16.30 e dalle 19.30 al termine del servizio; Bologna: dalle 8.30 alle 16.30 e dalle 19.30 al termine del servizio; Venezia: dalle 9 alle 16.30 e dalle 19.30 al termine del servizio; Trieste: dalle 9 alle 13 e dalle 16 a fine servizio.

A metà mattinata gli unici dati disponibili sulle adesioni – alla protesta stanno partecipando anche controllori, addetti alle biglietterie e ausiliari del traffico – erano quelli diffusi dalle varie Agenzie della Mobilità: mentre quella di Milano affermava che nel capoluogo lombardo lo sciopero non stava avendo effetti evidenti, a Roma il linguaggio burocratico dell’ente non riusciva a nascondere che la Metro A è rimasta chiusa dalle 10 alle 12 e che anche la linea B funziona a singhiozzo, mentre rimangono paralizzate le ferrovie metropolitane Roma-Lido, Termini-Giardinetti, Roma-Viterbo. Intorno alle 9 di questa mattina anche gli autobus urbani ed extraurbani hanno cominciato a rientrare nei depositi lasciando deserti i capolinea. Nella Capitale allo stop proclamato dall’Unione Sindacale di Base si è aggiunta dalle 8.30 alle 12.30 anche l’astensione degli aderenti alla Faisa-Cisal. Secondo l’Atac alle 11 la partecipazione allo sciopero si attestava intorno al 42%. Tenendo conto dell’abitudine da parte dell’azienda di dimezzare o quasi i dati reali e che di solito la partecipazione da parte dei lavoratori del trasporto cresce nella fascia pomeridiana e serale, si tratta di un ottimo risultato.

A Roma, secondo l’Unione Sindacale di Base, lo sciopero stamattina ”ha riguardato il 65% dei lavoratori del settore, soprattutto autisti di bus e metro e personale di stazione”. ”Assemblee spontanee dei lavoratori – riferisce l’Usb – si stanno svolgendo in alcuni depositi”. Nel Lazio, l’adesione é ”complessivamente alta” con il Cotral che, secondo Usb, ”vede punte del 80%, mentre é in corso un presidio dei lavoratori di fronte alla sede romana dell’azienda, in via Alimena 105”. Dai dati diffusi dal sindacato di base una adesione dell’80% si registra invece a Venezia, dove ”in alcuni depositi si é registrato il blocco pressoché totale delle vetture e i lavoratori sono scesi assemblea. 80% anche a Bologna. Trieste é al 36%, con presidio davanti al deposito principale. In Sicilia sono fermi i collegamenti regionali, a singhiozzo quelli urbani”. A Pisa si segnala una partecipazione del 30/40%.

A protestare, è evidente, non sono soltanto gli aderenti alle due sigle, ma anche tanti lavoratori e lavoratrici che non ci stanno a perdere il lavoro o a subire decurtazioni salariali in nome del risanamento dei bilanci delle aziende di trasporto dissanguati dai tagli del governo e dallo sperpero di risorse da parte di dirigenti, manager e consulenti strapagati. Anche tra i cosiddetti utenti – le ‘vittime’ degli scioperi del trasporto pubblico che poi sono in buona parte lavoratori, a volte di altri settori assaliti dagli appetiti dei privatizzatori – si comincia a fare strada la convinzione che la difesa dei servizi pubblici non possa essere lasciata esclusivamente ai lavoratori del settore. A seguito dei tagli del governo e degli enti locali le aziende aderenti all’Asstra hanno annunciato rincari consistenti dei prezzi del servizio, il taglio delle linee su gomma e ferro ritenute meno redditizie e una decurtazione dei salari dei lavoratori. A Roma e a Napoli nei giorni scorsi è scattata la protesta di autisti e macchinisti, impiegati, operai e assistenti di stazione che nella Capitale hanno manifestato in diverse occasioni e nel capoluogo campano hanno bloccato il servizio. Venerdì a Napoli i lavoratori della Circumvesuviana, della Cumana e della Circumflegrea hanno realizzato un presidio davanti la sede della Regione Campania ed hanno bloccato tutti i collegamenti ferroviari toccati dalle tre aziende regionali.
A scioperare oggi sono anche i lavoratori aderenti a tutte le sigle del sindacalismo di base presenti all’interno dell’Aeroporto di Milano Linate. Cub-Trasporti, Usb Lavoro privato e Slai-Cobas protestano contro “la privatizzazione di Sea, l’abbandono di Sea Handling e la politica dei sacrifici a senso unico, e per la difesa dei diritti dei lavoratori”. I sindacati di base criticano fortemente anche l’amministrazione comunale guidata dal centrosinistra: “Mentre il Comune di Milano, con il presidente Bonomi, si appresta a svendere la Sea per tamponare il bilancio in rosso, i lavoratori scioperano”.

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