. Il mito dell’impresa di distribuzione dal “volto umano” si sgretola di fronte a rapporti di lavoro fortemente contestati dai dipendenti, le lavoratrici ed i lavoratori della Coop di Guidonia, superstore del centro commerciale Tiburtino, sostenuti da USB Lavoro Privato, si oppongono con decisione alla scelta dell’Azienda di aprire il giorno della Befana, scelta imposta senza alcun confronto tra le parti.
USB, sindacato maggiormente rappresentativo nell’unità produttiva, si è sempre opposto all’accordo di avvio della struttura firmato da una cooperativa che, ormai, si mostra nel suo vero volto di azienda di profitto, e dai sindacati confederali che hanno accettato ogni cosa sulla pelle dei lavoratori, alienando qualsiasi forma di democrazia e partecipazione, fungendo da strumento di profitto per la controparte.
Allo scadere dell’accordo i lavoratori, quasi tutti part-time molti a 20 ore, hanno visto sfumare la possibilità di un incremento stabile dell’orario di lavoro. La speranza di poter ottenere questo incremento ha costituito uno degli strumenti preferiti dall’azienda per richiedere il massimo della flessibilità e della disponibilità ai dipendenti della Coop di Guidonia che oggi esprimono tutta la loro rabbia e la loro delusione anche attraverso questo sciopero.
USB Lavoro Privato esprime netta contrarietà alla liberalizzazione degli orari di apertura e di chiusura degli esercizi commerciali contenuta nel decreto del governo Monti, noto come“salva Italia”.
La completa deregolamentazione delle attività commerciali non porterà alla crescita economica, ma solo all’inasprirsi di una crisi che già da diverso tempo sta affliggendo il commercio, aggiungendo un ennesimo tassello al puzzle di precarietà, basso salario, difficoltà nella vita di relazione e degli ormai pochissimi diritti per oltre due milioni lavoratori del settore.
Mentre qualcuno raccoglie firme con la mano destra e contratta le aperture con la mano sinistra, il superstore Coop di Guidonia ne è la prova provata, USB lavoro Privato sostiene da tempo che l’aumento delle grandi superfici commerciali sommato all’apertura ventiquattro ore al giorno e per tutto l’anno non sarà sostenibile per le piccole e medie imprese, che capitoleranno nei confronti della grande distribuzione organizzata e che l’innalzamento dei costi di gestione delle strutture sarà inevitabilmente scaricato sul costo del lavoro, visto che gli altri costi (come l’energia, le merci, i trasporti), sono più o meno uguali per tutti.
Lo strumentale richiamo all’Europa, utilizzato per far passare le peggiori nefandezze sulla testa dei cittadini e dei lavoratori italiani, risulta inoltre fuorviante. In Francia e in Germania, ad esempio, per le attività del commercio non vi è alcun limite di orario giornaliero di apertura e chiusura ma è salvaguardato il principio dell’apertura per deroga nelle giornate domenicali e festive. In Italia, invece, si è scelta la via della completa deregolamentazione dell’attività, anche nelle giornate domenicali e festive.
USB Lavoro Privato è dunque pronta a rilanciare le mobilitazioni nel settore per la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, per rimettere al centro la difesa e la riconquista del CCNL, dei diritti, del salario, della democrazia nei luoghi di lavoro e invita tutti i lavoratori del Commercio a far valere il proprio diritto, deregolamentare gli orari di apertura non significa deregolamentare gli orari dei lavoratori, le festività noi non le svendiamo sull’altare dello shopping.
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