Sono partiti ieri mattina gli studenti medi, che in corteo hanno terminato la manifestazione con un presidio davanti alla sede di Equitalia, dove è apparsa alta 2 metri e disegnata con vernice rossa sull’asfalto, la V di “V per Vendetta”, ormai simbolo di una generazione la cui rabbia latente sta esplodendo.
Nel pomeriggio il corteo di Santa Insolvenza: circa un migliaio gli insolventi si sono dati appuntamento sotto le due Torri, e hanno attraversato le vie della città gridando al diritto all’insorgenza e recitando quella che ormai è diventata la preghiera al miracolo di Santa Insolvenza apparsa per la prima volta due giorni fa, alla stazione di Bologna e risentita ieri al Recruting day dell’Alma Mater Studiorum.
Travestimenti, scene teatrali, slogan e canzoni hanno animato la passeggiata che fino alla sera ha popolato il centro. Davanti alla sede di HERA, gli insolventi hanno ancora una volta manifestato il proprio NO alle privatizzazioni, che nonostante l’affermazione del referendum popolare non si sono arrestate, con un enorme scritta sull’asfalto “ACQUA BENE COMUNE”.
Ormai in serata, mentre il Collettivo Universitario Autonomo occupava la facoltà di lettere, il corteo degli insolventi si è precipitato in Piazza Maggiore: a pochi passi dalla zona universitaria e da via Clavature, dove già ieri i Draghi Ribelli (area disobbediente) hanno occupato l’ex mercato coperto, i manifestati hanno aperto l’ex cinema Arcobaleno e liberato un ulteriore spazio vuoto nella città, proprio nel suo cuore, piazza Maggiore!
Uno spazio che non mira a “diventare centro sociale”, ma ad essere un “Community Center”, un punto di riferimento per tutto il movimento bolognese, ma per tutta la cittadinanza e per tutte le persone che in questo momento stanno subendo la crisi e necessitano di incontrarsi e organizzarsi per non subire senza lottare questa crisi e per “iniziare a costruire una società diversa”. Uno spazio che non si riconosce immediatamente dietro una sigla ma che vuole coinvolgere e sperimentare nella diversità. “Il filosofo Slavoy Zizek” scrivono gli occupanti dal cinema “ha detto agli occupanti di Wall Street che è paradossale il fatto che possiamo immaginare la fine del mondo, ma non possiamo immaginarci la fine di questo sistema”
Per ora gli insolventi inneggiano al miracolo di Santa Insolvenza, anche se si sa.. “i miracoli non esistono ed è il popolo a fare la storia”. Dalle piazze di Madrid, a quelle del Magreb alle piazze americane quello che nessuno oggi può negare, è che esiste un movimento che vuole e che parla di una nuova forma di democrazia, di welfare , di beni comuni e pubblici, un movimento che parla di un debito che non vuole più pagare e che rivendica il diritto all’insolvenza e all’insorgenza; un movimento che vuole riappropriarsi di tutto ciò che esiste in città e fuori da essa con un semplice e solo slogan: “occupy the world”… occupy everithing”.
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