Si sono presentati in un centinaio ieri sera, i giovani indignati studenti e cittadini bolognesi che si fanno chiamare “insolventi”. Davanti allo sportello di ATC hanno srotolato il loro striscione con scritto “Santa Insolvenza, patrona delle/dei portoghesi.. più mobilità per tutti” e hanno letteralmente impacchettato lo sportello, imitando l’arte di Christo e Jean Claude che negli anni ’80 “coprivano per svelare” gli edifici e i monumenti, in ricordo “di quando a Bologna, negli anni ’70 esisteva il trasporto gratuito”.
Inizia così la campagna per la mobilità avviata da Santa insolvenza a Bologna.. Coprire con celophan lo sportello, e bloccare temporaneamente la viabilità per denunciare l’aumento del costo del biglietto a fronte dei tagli dell’azienda sul personale e sul servizio ma non solo: “ATC è imbarcata nel folle progetto People Mover che costringerà a ripagare coi soldi pubblici l’enorme debito che rischia di lasciare” si legge nel comunicato.
Ripetendo l’atto di imballaggio di un altro sportello ATC, in Piazza Maggiore poi, gli insolventi hanno espresso solidarietà ai lavoratori ATC “in lotta da anni contro il processo di privatizzazione ed esternalizzazione che li pone a rischio licenziamento e cassaintegrazione, e rivendicano il trasporto pubblico come bene comune”.
Un tasto dolente è stato toccato ieri sera, in questa città come in altre città dove sono in atto campagne contro la privatizzazione del trasporto pubblico locale, ed ha dimostrato che esiste un potere determinato a non pagare il costo di questa crisi senza lottare e a non voler vedersi sottrarre diritti in nome della salvezza delle banche e della speculazione finanziaria.
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