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Mantova. Pompea licenzia 125 lavoratori

Sono 125 le lettere partite all’ indirizzo dei lavoratori già in mobilità, l’accordo che azienda e sindacati confederali hanno fatto ad aprile, ha solo indorato una pillola al fiele che dovranno amaramente ingoiare. Un’operazione programmata quasi tre anni fa dai vertici dell’azienda leader nel settore della calza e dell’intimo.

125 posti di lavoro persi su un organico di 520 operai diviso tra gli stabilimenti di Asola (230) e Medole (290) a cui si aggiungono le due fabbriche “decentrate” in Serbia e la piattaforma commerciale in Cina.

Si lamentano i Confederali che cercano di “rattoppare” il più possibile cercando di mediare al rialzo i posti da salvare senza neanche parlare di piani e prospettive economomiche di prospettiva futura,

Infatti le dicharazioni del segretario della Filctem Cgil Marco Sambenedetto,che si sta muovendo insieme ai colleghi di Cisl e Uil, vanno in questo senso: “Crediamo che la quota di licenziati possa essere significativamente abbassata. Per questo chiederemo ai vertici di Pompea di incontrarci al più presto e di rivedere insieme il piano. La prima cosa da fare, nel frattempo, è trovare il modo di garantire i lavoratori con un prolungamento degli ammortizzatori sociali, anche perché solo una decina dei 125 licenziati è vicina al pensionamento. Per gli altri non c’è alcun paracadute».

Una visione che fà di questi sindacati ormai punte avanzate al servizio di un fallimentare riformismo battuto dal campo avversario di una vorace classe capitalistica.

Anche se la crisi nel settore della calza nell’alto mantovano morde le aziende e casi come l’aumento delle temperature autunnali hanno portato ad un calo delle vendite si sconta ,da parte dei vertici, la macanza di un piano anticrisi. Si tagliano posti di lavoro anche in altre aziende della zona. Dalla scorsa settimana è stata avviata la cassa integrazione ordinaria di due mesi per 282 dei 360 dipendenti della Csp di Ceresara; da qui alla fine di dicembre l’azienda può garantire solo due giorni di lavoro alla settimana. Gli unici ad essere esclusi dalla cassa integrazione a rotazione sono i dipendenti impiegati nei punti vendita della rete commerciale di Csp.

Sarà un compito duro ma i lavoratori espulsi dal lavoro hanno una sola scelta: devono trovare la propria autonomia sindacale lavorando per difendendere il posto di lavoro. Non esistono alternative.

 

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