Nel tardo pomeriggio di ieri venti ex lavoratori della Servirail, la società che si occupava dei servizi cuccette e che sono stati licenziati dopo i tagli di alcuni convogli notturni e a lunga percorrenza da parte di Trenitalia, hanno bloccato nella stazione centrale di Messina il treno Intercity arrivato da Roma. Alcuni vagoni del treno si sarebbero dovuti dividere per andare a Siracusa, mentre gli altri avrebbero dovuto continuare la loro strada verso Palermo. Una nuova azione di protesta che si aggiunge a quella in corso a Milano.
«Non demordiamo, l’accordo non va assolutamente»: così, mentre scoppia la polemica tra sindacati sull’intesa in Regione per la ricollocazione di 152 lavoratori lombardi ex Wagon Lits, i lavoratori sulla torre e quelli in presidio al binario 21 in stazione Centrale, hanno ribadito il proprio no alla soluzione parziale e incompleta prospettata da Cisl e Uil e istituzioni locali. Ed hanno quindi deciso di rimanere accampati dentro la Stazione Centrale di Milano, mentre i loro 3 colleghi rimangono arrampicati a 40 metri d’altezza, sulla torre faro, dalla quale non sono scesi nè a Natale nè a Capodanno. Di pari passo con la protesta continua anche la raccolta firme e ad oggi sono oltre 5mila quelle raccolte nel solo scalo milanese, 30mila in tutta Italia. I lavoratori che si alternano al desk allestito all’ultimo binario raccontano che a fermarsi a firmare sono soprattutto gli utenti del servizio, «ma anche tanti colleghi e cittadini che sono venuti al corrente della situazione».
Rimane tutta la distanza tra la maggior parte dei lavoratori, che fa riferimento a Cgil e Fast, e Cisl e Uil. «È un accordo fumoso e non risolutivo per nessuno, e poi noi siamo per una trattativa nazionale e non leghista. C’è chi dice che stiamo difendendo la nostra casta: figuriamoci, la nostra è una battaglia civile, per il ripristino di un servizio che serve a tutti i cittadini» spiega Angelo Mazzeo della Filt Cgil. La soluzione che hanno individuato i firmatari dell’accordo degli ultimi giorni del 2011 non è affatto risolutiva, neanche per i 152 lavoratori lombardi, secondo Cgil, «perchè ci sono solo 20 postazioni un pò pregiate, quelle all’interno di Trenord, le altre sono concesse in via eccezionale quindi verrebbero a scomparire entro breve tempo riportando la vertenza al punto di prima fra 6, 8 o 10 mesi». Nell’accordo manca inoltre chiarezza, sottolinea Mazzeo, perchè «non si capisce come verranno contattati ed economicamente trattati questi lavoratori e avranno sempre il dubbio della durata del rapporto di lavoro». La richiesta minima della Filt Cgil è una soluzione che comprenda tutti gli 880 lavoratori licenziati con il ripristino dei treni notturni, «ma i firmatari dell’accordo non hanno per nulla partecipato al presidio quindi gli sfugge questo aspetto e pensano ad una posizione politica, invece noi non stiamo pensando solo alla nostra pancia ma a non penalizzare tutti i cittadini togliendo loro un servizio». I treni notturni per il sud sono stati cancellati da Moretti perchè ‘antieconomici’: eppure ogni sera da Milano Centrale partono 80-100 corriere verso le regioni meridionali del paese, hanno potuto constatare i lavoratori in lotta durante queste settimane di presidio.
La polemica con i sindacati gialli è riemersa ieri, quando si è saputo che la Cisl aveva convocato una assemblea dei lavoratori degli appalti ferroviari non al binario 21 ma in una sua sede. E così dal presidio è partita la richiesta al sindacato di Bonanni affinchè spostasse la riunione in Centrale. «Con riferimento all’assemblea indetta dalla Cisl presso la propria sede di Turro (Milano) per le ore 16 di oggi, i lavoratori del presidio del binario 21 di Milano Centrale chiedono che la riunione venga svolta presso la Torrefaro della stazione, per permettere la partecipazione anche dei tre lavoratori che dall’8 dicembre stanno manifestando la protesta» recitava il messaggio.
La risposta non si è fatta attendere: «Intanto noi abbiamo portato a casa uno stipendio per tutti senza stare a guardare il colore della pelle, degli occhi o l’iscrizione a un sindacato o ad un altro, poi se qualcuno tira fuori qualcosa di meglio, bene, siamo contenti. Ma per ora non ci sembra ci sia. E se qualcuno non se ne è accorto, qui il problema è arrivare a fine mese». E’ quanto ha affermato la Fit Cisl regionale, firmataria dell’accordo del 30 dicembre per i lavoratori dei treni notturni rimasti senza lavoro, con la Regione, Trenord e le altre aziende coinvolte, criticato e respinto però dalla maggioranza dei lavoratori coinvolti.
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