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Napoli. Incriminati disoccupati per azione contro Equitalia

La Procura della Repubblica di Napoli, nella persona del sostituto procuratore Urbano Mozzillo, ha chiesto il rinvio a giudizio per 8 attivisti dei movimenti sociali (Michele Franco, Monteleone Luigi, Bianco Paola, Fierro Salvatore, Iovine Gennaro, Rescigno Francesco, Corvo Giuseppe e Fucile Antonio) accusati di presunte devastazioni ed interruzioni di servizio che sarebbero avvenute nella sede di Equitalia Spa sita al Corso Meridionale a Napoli. I fatti – naturalmente – hanno avuto un corso diverso: Il 17 dicembre 2010 oltre duecento tra disoccupati e cittadini esasperati dall’odiosa persecuzione giudiziaria ed economica esercitata da Equitalia si recarono alla sede di questa società interrompendo per pochi minuti il funzionamento degli sportelli. Durante questa protesta simbolica i manifestanti chiesero di essere ricevuti dall’allora Assessore al Bilancio del Comune di Napoli, Michele Saggese, il quale, nell’incontro che si svolse a Palazzo San Giacomo, si impegnò ad esercitare il potere dell’Amministrazione Comunale verso la società di riscossione con l’obiettivo di tutelare le fasce sociali deboli e più esposte verso gli inauditi tassi di interesse richiesti da Equitalia. Tutta qui la cronaca dei fatti.

In un comunicato il Coordinamento di Lotta per il Lavoro di Napoli e il centro sociale “Carlo Giuliani dichiarano che “A distanza di qualche anno possiamo rivendicare, con orgoglio, quella forma di protesta perché fu la prima che mise sotto accusa il comportamento illegale, persecutorio e truffaldino di Equitalia Polis Spa la quale, nel corso del tempo, è stata più volte condannata da numerose sentenze che hanno rilevato pratiche illegali contro i cittadini. In tal senso ci appare spropositata la richiesta della Procura della Repubblica partenopea la quale sceglie, ancora una volta, di schierarsi dalla parte dei poteri forti economici a discapito della tutela economica e sociale dei ceti popolari”. Di fronte al fatto che oggi Equitalia è diventata all’evidenza di tutta l’opinione pubblica una istituzione vessatoria che contribuisce a rendere invivibili le condizioni di vita di milioni di proletari in questo paese, i due movimenti sociali napoletani “rivendicano quindi, quella protesta pacifica e confermiamo il nostro sostegno a tutti i movimenti di lotta che difendo il reddito, i diritti e la dignità dei lavoratori, dei precari e dei disoccupati”.

Eravamo stati amari profeti quando avevamo denunciato con largo anticipo che il governo Monti avrebbe usato tutti gli strumenti coercitivi a disposizione (dalla magistratura alla polizia) per impedire ogni protesta e opposizione alle misure antipopolari che sta adottando e per intimidire i movimenti sociali organizzati. Dopo la Val di Susa, Roma, Torino, da Napoli giunge una ulteriore conferma. Invitiamo tutti coloro che leggono il nostro giornale a solidarizzare pubblicamente e concretamente con i disoccupati e gli attivisti sociali napoletani rinviati a giudizio.

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