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La casa nella crisi

che rimettano al centro la necessità del diritto all’abitare nella loro dimensione complessiva: dagli sfratti all’Imu all’occupazione delle case. A Roma sciopero della fame e assemblea in piazza, a Bologna un corteo.

A Roma alle 12.30, dieci inquilini e il rappresentante di AS.I.A./USB Angelo Fascetti hanno iniziato in piazza dei SS Apostoli davanti la Prefettura uno sciopero della fame ad oltranza per ottenere una moratoria immediata degli sfratti, degli aumenti d’affitto e della vendita a terzi degli alloggi in dismissione.Centinaia di inquilini insieme ai movimenti per il diritto all’abitare hanno preso parte al presidio. Moltissimi interventi di diverse realtà del disagio abitativo romano hanno caratterizzato l’intero pomeriggio.I presidenti di municipio Medici e Catarci hanno espresso la propria vicinanza partecipando alla mobilitazione, così come hanno fatto i consiglieri regionali Fabio Nobile e Luigi Nieri. Di fronte alla disponibilità verbale finora dimostrata dalle istituzioni e dalle forze politiche, gli inquilini e i movimenti chiedono ora fatti concreti, compreso il tavolo interistituzionale. Se questi fatti non arriveranno lo sciopero non si fermerà. Nel pomeriggio davanti al gazebo dello sciopero della fame si è tenuta una assemblea popolare nella quale sono intervenuti esponenti dell’Asia, del Comitato No Debito, dei Blocchi Precari Metropolitani, dell’Unione Sindacale di Base, della Fds, comcretizzando una alleanza sociale tra tutti i soggetti e le battaglie relative al problema abitativo: inquilini sotto sfratto a causa dell’aumento degli affitti, occupanti di case, proprietari di case sottoposte all’IMU, definita una tassa “odiosa e inaccettabile”. Nei prossimi giorni sono previste temperature molto alte, eppure nessuno ha fatto un passo indietro e anche i più anziani hanno deciso di iniziare lo sciopero, tra questi una signora ottantenne e una non vedente.
Bologna non è stata da meno e con le parole “Non lo Accettiamo” Federico Orlandini, leader di ASIA/USB Bologna ,inizia il corteo itinerante che raccoglie una sessantina di attivisti del sindacato USB , di vari centri sociali cittadini , collettivi studenteschi e del Comitato No Debito di Bologna  che si sono dati appuntamento in Via Zanolini dove si è esposto uno striscione con la dicitura “Basta Cemento riutiliziamo le case sfitte” che un’ardito arrampicatore ha fissato alla ringhiera di uno stabile completamente vuoto, una vergogna per gli attivisti visto che migliaia di persone a Bologna chiedono una casa e sono in lista da una vita senza alcuna risposta, eper protestare contro la  (s)vendita di patrimonio pubblico in favore di grandi gruppi immobiliari, a continue e massicce cementificazioni per costruire alloggi che escludono i redditi più bassi, a decine di migliaia di alloggi e stabili di proprietà sia privata che pubblica che rimangono vuoti e inutilizzati.
Per protestare contro un governo che ha trovato il modo di utilizzare questa imposta per colpire i redditi più bassi e chi la casa l’ha comprata per abitarci, perché sono esenti dal pagamento le fondazioni e le ONLUS legate alle banche, che in questa forma possiedono migliaia e migliaia di alloggi e di edifici.
Il presidio ha  poi preso vita e si è trasformato in corteo, un corteo che si è diretto verso Via Alessandrini ,verso un’altra vergogna cittadina, una proprietà privata un tempo sede della TELECOM e che adesso è sfitta dopo che sono stati esodati i dipendenti .
Lo stabile è di proprietà di una fondazione bancaria indi per cui non è tenuta a pagare l’IMU perchè  questo governo ha deciso che le fondazioni bancarie non sono a scopo di lucro, come se i cittadini che dopo una vita di lavoro per costruirsi una casa lucrassero sopra la propria abitazione. Misteri della morale italiana che naturalmente usa i pesi della giustizia sempre a proprio favore. Favore che da oggi incontra l’opposizione decisa di chi oggi sfila per un’altro tipo di giustizia.
Altre iniziative in piaza si sono svolte anche a Pisa e Genova.

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