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Bologna. “Basta con lo schiavismo”.

Ieri sera uno sciopero, improvviso, di 4 ore ha portato al blocco pressoché totale delle attività dei comparti della filiale TNT  bolognese in Via Colombo. Sull’onda dello sciopero a tempo indeterminato realizzato lo scorso mese dai colleghi del comparto piacentino, i lavoratori si sono concentrati davanti alla cancellata d’ingresso del gigantesco stabile rifiutandosi di entrare  al grido di “sciopero,sciopero!”. 
Verso le 9 di sera le fila degli scioperanti si sono ingrossate, superando il centinaio di unità; coesi e compatti come non mai, hanno atteso gli esiti della lunga e delicata trattativa che i rappresentanti sindacali dei Si Cobas, insieme ai colleghi di lavori più “esperti” riguardo a diritti e doveri spettanti alla manodopera, avevano frattanto intrapreso con i dirigenti dello stabilimento. 
Altri operai giungevano da Piacenza a dare la loro solidarietà diretta, consapevoli del fatto che l’azienda, di fronte all’allargarsi della lotta e delle rivendicazioni lungo tutto il territorio emiliano, avrebbe dovuto giocoforza cedere alle richieste di maggiore dignità e regolamentazione del salario minimo portate avanti dai lavoratori. 
E così è stato: al termine della trattativa, gli scioperanti hanno appreso con un’ovazione collettiva che tutte le condizioni richieste erano state formalmente accettate dall’azienda, che pertanto si impegna a garantire il pagamento delle 168 ore mensili con certificazione oraria di entrata e uscita giornaliera, a garantire il pagamento delle ferie concesse, a garantire tredicesima e quattordicesima come previsto secondo contratto, a modulare i pagamenti a seconda del livello effettivo di specializzazione dell’operaio. 
Finora, difatti, i lavoratori, la maggior parte dei quali migranti, avevano malamente digerito per anni un pagamento a intervalli irregolari, molte volte non certificato, spesso non corrispondente all’ammontare dello straordinario accumulato, e ad ogni modo ingiusto perché nel caso di messa in cassa integrazione l’operaio si trovava a ricevere una percentuale molto più bassa di quella effettivamente spettante. Una situazione insostenibile, dunque, che grazie al coraggio e alla dignità espressa dagli operai del comparto piacentino prima, e del bolognese ieri, potrà essere volta in meglio. I lavoratori inoltre hanno meditato di portare avanti denunce nel caso in cui si ripetessero eventi abusi di potere dei capi reparto, come successo in passato, nei loro confronti. 
Un primo risultato gli operai bolognesi della TNT se lo portano a casa dopo mesi e mesi di lotta, ma ora la palla passa alla ditta, che ormai sa che non potrà più burlarsi di una manodopera inconsapevole e a basso costo.

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