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Ambigue interlocuzioni della Coop in Campania

L’USB è tornata a ribadire la sua enorme preoccupazione in merito alla vendita dei punti vendita Unicoop Tirreno della Campania all’imprenditore casertano Catone, vicenda su cui ha già lanciato l’allarme dallo scorso 19 novembre. L’incontro che si è tenuto giovedi ad Afragola tra Unicoop Tirreno, alcuni rappresentanti del Gruppo Catone e i sindacati confederali ha infatti delineato un futuro fatto di contrazioni di diritti e di salario per i quasi 700 lavoratori campani. L’USB ritiene inammissibile sedere a tavoli che svendono i lavoratori sull’altare del profitto e continuerà ad appoggiare la vertenza con l’unico obiettivo di far sopravvivere il movimento cooperativo in un territorio complesso come quello campano. Secondo l’USB, non è accettabile che la Cooperativa porti a termine questa discutibile operazione sulla pelle dei suoi dipendenti e nonostante il parere contrario di oltre 2.000 soci campani, i quali hanno sottoscritto una raccolta firme proposta dai delegati USB. Questa scelta, unitamente a  molte altre vicende degli ultimi mesi, fra cui la “precettazione” dei lavoratori di Livorno in sciopero, offusca l’immagine del sistema cooperativistico italiano, nato più di 150 anni fa, rischiando di danneggiare il futuro di tanti dipendenti ed il risparmio dei soci. L’unico atto di responsabilità del CdA Unicoop Tirreno sarebbe dunque quello di rassegnare le dimissioni.

L’inizio della vicenda risale al 1999 quando la Coop Campania, dopo un breve transito sotto la Coop Toscana-Lazio, passò nel gruppo Unicoop Tirreno. Tra il 2008 e il 2009 iniziarono a percepirsi i primi problemi di bilancio che portarono alla determinazione di cedere quattro supermercati campani come ramo d’azienda. Il tutto fu ufficializzato il 19 aprile 2009 con la lettera di licenziamento recapitata a una sessantina di lavoratori. Unicoop rassicurava ripetendo non c’era da preoccuparsi poiché i lavoratori sarebbero stati assorbiti dalla nuova società. Alcuni ex lavoratori della Unicoop Tirreno licenziati, hanno intanto inviato una lettera aperta a Roberto Saviano, conosciuto per le sue denunce contro la camorra, invitandolo a dare un’occhiata da vicino alla vicenda dei centri Coop in Campania.

“La cosa che ci sconvolge, pur chiedendoci o chiedendo chiarimenti alla stessa UnicoopTirreno o alle istituzioni locali di quello che si era già avviato 4 anni fa’ quando la Coop decise di cedere ad un privato 4 supermercati campani (Soccavo, Solofra, Castellamare, e Nocera), uno che non aveva certo un curriculum immacolato” – scrivono in un passaggio della lettera aperta a Saviano – “ ma il braccio di ferro creatosi da un gruppo di allora 55 lavoratori, fini con il sopravvento della cessione di questi negozi ad un azienda bara la Immobilmare srl.di Castellammare di Stabia di un certo signor Apuzzo (la Immobilmare non ha mai presentato bilanci), il quale dopo 5 giorni mise tutti i lavoratori per strada ,in alcuni casi i Giudici del lavoro hanno condannato Coop come “atto fraudolento”, ma i lavoratori padri ,madri oggi sono senza lavoro … .ed allora cosa c’entra Coop con persone malavitose? Quale etica hanno in comune ?Quali i presupposti di solidarietà?” Nella lettera a Saviano,  Lucia e Carlo, ex dipendenti della Unicoop insistono nel denunciare che “L’azienda, pur consapevole della cessione ad un tizio che non ci poteva dare garanzie, perché’ ci ha venduti? forse le tesi dei giudici sono giuste? eppure c’è omertà nel mondo coop, nessuno ne’ parla e la nostra disperazione diventa ogni giorno più scura”. Come se non bastasse dopo 4 anni la Unicoop Tirreno in un comunicato stampa fatto ai lavoratori tramite i sindacati confederali annuncia che in Campania vuole cedere la società al 49% ad un certo Catone, altro nome non certo immacolato del casertano,cederebbe a quest’ultimo la logistica ed il personale”.
Dell’imprenditore casertano Catone definito “come rais del trasporto e della logistica” riferisce anche Adriana Pollice in un articolo pubblicato ieri su Il Manifesto relativamente ai legami locali di Cosentino – O’americano – l’ex sottosegretario defenestrato dal Pdl proprio in questi giorni.  Un aquirente per i centri della Coop che non rassicura affatto i lavoratori e le lavoratrici. Insomma ci sono troppe cose che non quadrano in questa vicenda della Coop in Campania. Saviano direbbe che è o’sistema, ma sarebbe anche tempo di cambiarlo questo sistema, cominciando almeno dalle aziende di “maggiore prossimità”.

 

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