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La Germania senza mobilità sociale

Un’analisi condotta da Lettera43 che non richiede commenti ulteriori.

Germania, stallo sociale

Secondo una ricerca, a Berlino le opportunità di ascesa sono troppo legate all’estrazione familiare.
di Pierluigi Mennitti

Una società bloccata, nella quale le chance di ascesa sociale per chi proviene da famiglie povere è di fatto quasi impossibile. Di contro una classe dirigente che, a livello economico, politico, accademico e professionale in genere perpetua se stessa, tramandandosi di padre in figlio. È questo il quadro della Germania di inizio secolo tratteggiato dall’ultimo rapporto dell’istituto tedesco di ricerca economica, il prestigioso Deutsches Institut für Wirtschaftsforschung (Diw).
FAMIGLIA FONDAMENTALE. «La ricerca, presentata a Berlino di fronte a un’affollata conferenza stampa, ha confermato che le opportunità di raggiungere un buon futuro sono sempre legate al fattore della provenienza familiare», ha scritto la Berliner Morgenpost, «e che in Germania l’obiettivo di consentire a tutti i giovani uguali chance di partenza resta una chimera».
Il rapporto si basa su una massa di dati contenuti nel pannello socioeconomico, uno studio di lungo periodo che il Tsn Infratest Sozialforschung, un istituto di indagine demografica, realizza ogni anno interpellando oltre 20 mila cittadini raccolti in 11 mila nuclei familiari.
LA CHIMERA DELL’UGUAGLIANZA. «Il sogno per un lavapiatti di trasformarsi in milionario è una leggenda non soltanto negli Stati Uniti ma anche in Germania», ha confermato l’autore del rapporto Daniel Schnitzelein, che ha anche spiegato il metodo adottato: «Ci siamo concentrati sulle opportunità di uguaglianza fra diverse fasce sociali, incrociando i dati di fratelli cresciuti nelle stesse condizioni familiari con quelli di altri cittadini della stessa età. Ne è venuto fuori che il 40% della disuguaglianza nei redditi da lavoro e il 50% nell’istruzione e nella formazione sono riconducibili al background familiare».
Chi è benestante ha maggiori opportunità di frequentare buone scuole e accedere alle migliori università, trascinandosi questi vantaggi nel mondo del lavoro. La società tedesca, ancora oggi, mette a disposizione pochi strumenti per giovani pur talentuosi che non possono usufruire della ricchezza delle proprie famiglie: «Si può tranquillamente affermare che la Germania non offra molte chance di uguaglianza ai propri cittadini», ha concluso Schnitzelein.

La Germania assieme agli Usa è in fondo alla scala che misura le chance di uguaglianza

Così va il mondo, verrebbe da dire, ma il problema diventa più spinoso quando si va a comparare il dato tedesco con quello di altri Paesi con cui la Germania si sente in concorrenza.
«Nel confronto internazionale, la Germania si è ritrovata proprio con gli Stati Uniti al fondo della scala che misura le chance di uguaglianza», ha proseguito la Morgenpost, «e soprattutto il sistema formativo sembra essere tagliato prevalentemente sulle fortune familiari».
In Danimarca, per fare un esempio, la percentuale della disuguaglianza dei redditi che è riferibile alla provenienza familiare scende al 20, la metà del dato tedesco. Si tratta in fondo di un Paese confinante, eppure sembra un altro mondo: «In Danimarca, l’influenza dello stato socio-economico della famiglia risulta molto ridotto anche nel confronto fra giovani danesi e coetanei provenienti da famiglie di immigrati», ha aggiunto il quotidiano conservatore berlinese, «il che significa che il sistema dell’istruzione gioca un ruolo fondamentale nella crescita di tutti i cittadini e favorisce l’uguaglianza delle opportunità».
SCANDINAVIA, TERRA PROMESSA. Non l’America della libertà e delle nuove frontiere, ma la Scandinavia dello stato sociale rappresenta dunque la terra promessa per chi non ha la fortuna di nascere benestante e spera nell’ascesa sociale: «È un fatto confermato da tanti studi di settore», ha sottolineato lo studioso di sistemi formativi Ludger Wößmann, «in Scandinavia gli incentivi sono molto sostenuti già per i bambini in tenera età e sono molto più efficaci giacchè riescono a raggiungere tutte le classi sociali. In Germania, al contrario, i bambini delle fasce povere o degli immigrati siedono nel migliore dei casi di fronte al televisore».
CLASSIFICAZIONE DIFFERENZIATA. Il sistema dell’istruzione tedesca poggia su una classificazione differenziata degli istituti, laddove in Scandinavia bambini e ragazzi siedono tutti nella stessa scuola, a prescindere dalla provenienza familiare. Una comunanza di studi e di familiarità che aumenta le opportunità dei più sfortunati. «È la stessa conclusione cui sono giunti gli esperti del Dwi», ha concluso la Morgenpost, «che ha chiesto al governo di affrontare il problema, rendendo più dinamico e meno rigido il sistema dell’istruzione e individuando meccanismi di sostegno più incisivi per i giovani che riducano l’eccessiva influenza del background familiare nelle opportunità di un futuro migliore».
NUOVA SFIDA. Una nuova sfida per il ministro dell’Istruzione Annette Schavan, che come ha riportato la Süddeutsche Zeitung, è attualmente però alle prese con l’accusa di plagio della tesi di dottorato. Un peccato che sembra un virus per i politici tedeschi: solo che questa volta l’episodio è più imbarazzante perché coinvolge la titolare del mondo accademico nazionale.

* da Lettera 43

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