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Bologna. Il diritto alla città va in caserma

“Dopo il percorso di occupazioni che ci ha visto prima in via S.Donato, poi in via Achillini ed infine al Beretta in via XXI aprile, siamo di nuovo sul piede di guerra!” annuncia l’Asia-Usb di Bologna.
L’amministrazione di questa città, sottraendosi alle responsabilità che le competono, continua ad ostacolare le pratiche di organizzazione di chi per far fronte alla crisi combatte ed occupa per avere una vita dignitosa.
Studenti ,lavoratori, precari e migranti quotidianamente subiscono l’esproprio di pezzi della propria città e della propria… esistenza a favore del mercato privato.
Le alienazioni, la privatizzazione dei servizi e dei beni pubblici, il loro continuo aumentare nei costi non hanno altro risultato che quello di far aumentare precarietà e sensazione di insicurezza, ormai succubi di condizioni salariali insopportabili, e di creare un permanente senso di guerra e degrado cittadino.
Una vera e propria pratica di terrorismo sociale.
La casa rappresenta, all’interno di questo contesto, la classica punta dell’ iceberg; essa ,da diritto ,è diventata un lusso che numeri impressionanti di cittadini non possono più permettersi e vede le amministrazioni cittadine come freddi burocrati non dare nessuna risposta.
Lottare per il diritto all’abitare significa lottare per il diritto ad un’esistenza dignitosa.
Significa battersi per il concetto di proprietà collettiva e di bene comune che vincoli il suo gestore pubblico alla tutela dei diritti fondamentali ed al rispetto per le generazioni future rompendo con la logica del mercato.
Significa imporre che i beni comuni siano messi fuori commercio perchè appartengono a tutti e non possono in nessun caso essere privatizzati.
Da domenica 27 gennaio è iniziato un presidio permanente fuori dall’ex caserma “Sani” in via Ferrarese 199 come primo passo verso la riappropriazione e il diritto alla citta’

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