Nella nottata – sottoscritta da FP CGIL, CISL FP, UIL FPL, dalla RSU e dai rappresentati del San Raffaele di Milano – l’ipotesi di accordo per il ritiro dei 244 licenziamenti deliberati dall’azienda, 60 dei quali già effettuati.
Tale ipotesi, a fronte di circa 9 milioni di euro di sacrifici economici per 2 anni da parte dei 3000 lavoratori del comparto dell’Ospedale, si legge in una nota dei sindacati, vede il ritiro dei licenziamenti, il reintegro dei lavoratori già raggiunti dalle lettere di licenziamento, l’impegno dell’Azienda a non aprire ulteriori procedure di licenziamento sino al 31 dicembre 2014 ed il costante e periodico controllo sull’andamento economico dell’Azienda.
In cambio ci saranno “interventi riduttivi” che non dovrebbero però riguardare quanto previsto dal contratto nazionale – ovvero nessuna decurtazione nè nel tabellare nè nelle indennità – ma esclusivamente sulla retribuzione di secondo livello e su quella erogata unilateralmente dall’azienda.
Nell’intesa, inoltre, non si parla di passaggio del contratto dalla sanità pubblica a quella privata.
L’intesa sarà sottoposta nei prossimi giorni al vaglio delle lavoratrici e dei lavoratori, entro il termine massimo del 16 maggio.
E’ presto per una valutazione approfondita dell’intesa, ma appare chiaro che la forte mobilitazione dei mesi scorsi, guidata dall’Usb, ha costretto l’azienda e si sindacati complici a fare un deciso passo indietro: niente licenziamenti (nemmeno dei 60 già effettuati), nessuna applicazione dell’art. 8 della “manovra d’agosto” (quella che consente “deroghe” ai contratti nazionali e alle leggi), tagli salariali in misura assai inferiore al 9% previsto da un primo “accordo separato” firmato solo da Cgil-Cisl-Uil e rifiutato dai lavoratori con referendum.
Il comunicato dell’USB: SAN RAFFAELE. USB: “LA LOTTA PAGA E FA BENE A LAVORO E SERVIZI”
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