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Fiom in piazza, tra conflitto e camicia di forza

Operai e impiegati del più grande sindacato industriale italiano, pensionati e studenti. E naturalmente i partiti extraparlamentari della sinistra. Ma anche i “grillini”, che fanno un endorsement interessato verso il mondo del lavoro, ma senza cambiare il loro “programma”.
Una situazione politicamente complessa, mentre Susanna Camusso ha convocato il Direttivo Nazionale della Cgil oggi pomeriggio per fagli ratificare quanto ha già concordato con Cisl, Uil e Confindustria: gli unici sindacati ammessi alle trattative e alle elezioni Rsu, in futuro, saranno solo quelli che firmano gli accordi. E non potranno più nemmeno dichiarare sciopero se quegli accordi non saranno rispettati dalle imprese. La chiamano “esigibilità”.
Assente il Pd, di cui si è visto in pratica il solo Cofferati (l’altra special guest abituale, Stefano Fassina, è ormai viceministro dell’economia; insomma, chiaramente sull’altro lato della barricata; ma si è fatto vedere Orfini, il vice-Fassina). Al posto dell’ex “sinistra di governo” c’è Nichi Vendola e qualcun altro dei suoi…
Intorno a questa mobilitazione si intrecciano – com’è giusto – sia i nodi del lavoro, del welfare, della disoccupazione ingigantita dalla crisi, sia le questioni istituzionali, ormai al punto di evdere in atto una manovra di “blindatura oligarchica”. Guidata da Napolitano e Berlusconi, accompagnata dal Pd o quel che ne resta in piedi.
Una valutazione più adeguata della giornata seguirà nel pomeriggio.

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