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Precari della ricerca: Usb denuncia Italia a commissione UE

RICERCA: L’ USB denuncia l’Italia alla Commissione Europea per infrazione delle norme sui precari. Oggi consegna al Ministro Carrozza . Indetta una settimana di mobilitazione dal 30 settembre al 3 ottobre  

L’USB Pubblico Impiego ha denunciato l’Italia alla Commissione Europea per infrazione delle norme comunitarie in relazione alla mancata assunzione dei precari della ricerca. Oggi, nel corso dell’incontro fissato alle 16.00 presso il MIUR, consegnerà nelle mani del ministro dell’Istruzione Università e Ricerca, Maria Chiara Carrozza, copie delle due denunce già presentate alla Commissione UE.

La direttiva europea 1999/70/CE disciplina i contratti a tempo determinato, imponendo l’assunzione nei casi in cui i contratti sono reiterati. Precari storici con contratti rinnovati da decenni hanno diritto all’assunzione, ma le stabilizzazioni sono state bloccate anche grazie ad accordi con CGIL CISL UIL. Con le due denunce alla Commissione Europea, l’USB P.I. intente dunque costringere il Governo Italiano a sanare il proprio comportamento discriminante attraverso una stabilizzazione generalizzata.

Nell’incontro odierno con il ministro, la delegazione USB evidenzierà la grave situazione in cui versano gli enti di ricerca. La governance del MIUR è fallita e c’è necessita di ricostruire il settore con il diretto coinvolgimento del Presidente del Consiglio. I finanziamenti in continua contrazione ed una dirigenza incapace di gestire la fase, determinano la riduzione della capacità della ricerca pubblica di intervenire a favore della collettività. Il ministro, in perfetta continuità con i suoi predecessori, finora ha aumentato la privatizzazione piuttosto che favorire la ricerca di base finalizzata alla committenza sociale.

L’USB P.I. chiede una nuova governance, finanziamenti adeguati, un aumento “europeo” delle piante organiche e l’assunzione di tutti i precari storici. A sostegno di queste richieste ha indetto lo stato lo stato di agitazione del settore, predisponendo una settimana di lotta in tutti gli enti di ricerca, dal 30 settembre al 3 ottobre, giorno in cui ha indetto un presidio sotto Montecitorio per chiedere ai parlamentari di presentare una legge con cui rafforzare la ricerca pubblica.

La ricerca pubblica organizzata da USB P.I. inoltre aderisce con convinzione allo sciopero generale del 18 ottobre prossimo, per chiedere un cambio di politica netto e definitivo, con investimenti, riapertura dei contratti e sanatoria dei precari.

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