Non ci pagano Tfr e produttività. Ente a rischio bancarotta per i contenziosi
Lavoratori e lavoratrici della Croce Rossa Italiana sono riuniti questa mattina in presidio sotto la sede nazionale in via Toscana a Roma per denunciare la grave situazione economico-finanziaria che attanaglia la nuova CRI, ex Ente Pubblico divenuto Ente Strumentale attraverso un scellerato processo di privatizzazione.
Privatizzazione che in teoria avrebbe dovuto portare un risparmio alle casse dell’Erario, ma che di fatto ha creato una voragine di debiti di cui non si riesce a vedere il fondo, creati dalle improvvide scelte di una Amministrazione che ha sperperato denaro pubblico in contenziosi seriali con i lavoratori, da cui potrebbe derivare la bancarotta dell’Ente.
I lavoratori vantano nei confronti della CRI crediti attorno 40 milioni di euro, che la stessa CRI non sta onorando. Per far fronte a questa emergenza economica, la CRI ha chiesto al MEF un prestito di 101 milioni di euro, che dovrebbero sanare la situazione debitoria sia con i lavoratori che con i fornitori.
Ma dal MEF tardano ad arrivare risposte e i lavoratori si vedono negati i loro diritti fondamentali come i T.F.R., anche dopo essere andati in quiescenza da più di un anno, e gli accordi sindacali già ratificati riguardo la produttività,.
Per questi motivi i lavoratori chiedono un intervento urgente del Governo, che permetta alla CRI di sanare le posizioni debitorie nei confronti degli aventi diritto prima che venga definitivamente soppresso l’ex Ente Pubblico, ed alla CRI di impegnarsi affinché le risorse che giungeranno dal MEF vengano correttamente finalizzate.
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