I contenuti della legge di stabilità confermano in maniera inequivocabile la vera intenzione del Governo Letta: dare il colpo finale al welfare del nostro Paese e ai lavoratori pubblici.
Ancora blocco del rinnovo dei contratti, ancora giro di vite sul turn-over con una pesante riduzione delle già minime percentuali previste per le nuove assunzioni e per la stabilizzazione del personale precario.
Non solo. Nella manovra sono previste l’abolizione della “reformatio in peius”, che apre la strada al demansionamento e alla conseguente riduzione dello stipendio per i dipendenti pubblici, mentre si allarga la platea di coloro che percepiranno il trattamento di fine servizio con differimento pluriennale.
In sostanza, ancora tagli ai servizi pubblici e ancora sacrifici imposti al mondo del lavoro dalle politiche della Troika. Tutto ciò accade mentre i sindacati complici del governo delle larghe intese chiedono l’apertura della contrattazione solo per la parte normativa, che significa applicazione integrale della Riforma Brunetta e zero centesimi in busta paga.
Le lavoratrici e i lavoratori pubblici hanno l’opportunità di rispondere subito e concretamente a tutto questo, partecipando allo sciopero generale del 18 ottobre e alla manifestazione nazionale che partirà a Roma da Piazza della Repubblica.
Per tutte e per tutti l’appuntamento è dunque in quella piazza, dalle ore 10 di venerdì 18 ottobre, dietro lo striscione che rappresenterà i lavoratori pubblici: “RIPRENDIAMOCI IL WELFARE, ROVESCIAMOLI!”
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