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Roma. Spesa e contrattazione “proletaria” al supermercato Panorama

Nel pomeriggio di oggi a Roma, decine di persone, tra cui molte donne con bambini, sono entrate nel supermercato Panorama in via Tiburtina e dopo aver riempito i carrelli con generi di prima necessità come pane, olio, pasta e quaderni scolastici, si sono fermati davanti alle casse bloccandole e chiedendo di poter “contrattare un prezzo sociale con il direttore”. Al di fuori del supermercato sono arrivati un plotone di agenti di polizia in assetto antisommossa chiamata dalla direzione. Ma, al momento, non ci sono tensione né scontri. L’azione dimostrativa contro il carovita è stata rivendicata dai Blocchi Precari Metropolitani e dai movimenti sociali che hanno promosso alla manifestazione del 19 ottobre nella Capitale per la casa, il reddito e contro le devastazioni ambientali.

 

Nello stesso supermercato Panorama, nella zona popolare della Tiburtina, c’era stata una protesta analoga nel 2006 nel quadro della campagna contro il carovita che – già allora – aveva posto il problema della “quarta settimana” cioè del fatto che le famiglie non riuscivano più ad arrivare a fine mese. Indubbiamente questi sette anni di distanza, con la crisi e la recessione aggravatesi dal 2009 in poi, hanno ulteriormente appesantito questa condizione sociale. Le stesse misure adottate dal governo come l’aumento dell’Iva vengono indicate come particolarmente aggravanti proprio sul piano dei prezzi dei generi di prima necessità.

Per la “spesa proletaria” del 2006 il tribunale riconobbe che si trattava di una richiesta di contrattazione sui prezzi all’interno di una struttura commerciale. La stessa cosa messa in campo oggi a Roma. Del resto è evidente come nel paese non sia previsto un tavolo o una sede per la negoziazione sull’andamento dei prezzi.

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