Sembra un film di fantascienza, una specie di modello virtuale. Ma purtroppo è la realtà che vivono i lavoratori di Fiumicino. Da una parte si parla d’investimenti e sviluppo di settore e dall’altra si continua a perdere occupazione e diritti. Dopo Alitalia, Argol, WDFG, oggi tocca ai lavoratori GroundCare che da anni i subiscono enormi sacrifici con riduzione di lavoro obbligatoria e cassa integrazione senza sapere neanche quale futuro li attende.
“L’unica soluzione sembra essere una svendita lacrime e sangue con esuberi di personale e condizioni di lavoro al ribasso. Noi riteniamo questa situazione inaccettabile, non si possono gettare i lavoratori in mezzo ad una strada, dando come unica soluzione, quando è possibile, gli ammortizzatori sociali. Che fine ha fatto la clausola di salvaguardia sociale? I lavoratori vogliono il lavoro non la carità”, dichiara Susi Ciolella dell’esecutivo provinciale USB.
“Dal 2008 la perdita di posti di lavoro non si mai fermata, sono oltre 10.000 i lavoratori disoccupati in questo sedime aeroportuale. Il dramma è che il più delle volte il lavoro c’è ma i lavoratori perdono l’occupazione per esser sostituiti da precari. E’ vergognoso che in questo settore le maestranze siano diventate ostaggio della speculazione delle aziende. Non ci si può limitare a fare la conta dei caduti senza intervenire”, continua la sindacalista.
“A questo si aggiunge la mancanza di democrazia nei posti di lavoro che in questo settore sta portando ad una corsa al ribasso e alla svendita di occupazione e diritti. Per questo ci batteremo affinché il diritto al lavoro torni ad essere di tutti” conclude Ciolella.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa