Oggi, era previsto a Lecce un incontro pubblico tra comunità locali, governo nazionale e Trans Adriatic Pipeline, che prevedeva la presenza del sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico Claudio De Vincenti. Un incontro che ancora una volta avrebbe voluto rimarcare la volontà di costruire l’ennesima opera inutile, dannosa per la salute e l’ambiente e totalmente anacronistica.Il progetto del Gasdotto Trans-Adriatico (conosciuto anche come TAP, Trans Adriatic Pipeline) prevede infatti la realizzazione di un nuovo metanodotto di importazione di gas naturale dalla regione del Mar Caspio all’Europa, lungo circa 870 km, con approdo sulla costa italiana nella provincia di Lecce (San Foca, marina di Melendugno). Il tratto italiano del gasdotto ha una lunghezza, sulla terraferma, di 8,2 km. Un progetto che ancora una volta specula sulle risorse del territorio e che si trova, volente o nolente, a fare i conti con la popolazione locale. A dare infatti il benvenuto al sottosegretario e a quanti quest’oggi si sono trovati per elargire abbracci e sorrisini affaristici, centinaia di persone, che hanno deciso di partecipare all’incontro pubblico per ribadire la propria contrarietà alla costruzione del Tap e per dire ancora una volta che devono essere le comunità locali a scegliere la strada da seguire per lo sviluppo del proprio territorio.
In mattinata quindi centinaia di persone si sono recate alle Officine Cantelmo, dove si è svolto l’incontro, e hanno iniziato a contestare le istituzioni presenti al tavolo. Sebbene l’edificio fosse militarizzato, gli attivisti sono riusciti ad entrare, non senza trovarsi di fronte al consueto atteggiamento aggressivo della polizia che ha effettuato alcune cariche all’entrata dell’edificio, cariche che però non hanno spaventato i manifestanti che sono infine riusciti ad entrare. E se a chi siede ai piani alti, voleva ancora una volta propagandare la costruzione del gasdotto per “aprirsi alla cittadinanza”, c’era chi all’interno della sala, con determinazione, non ha lasciato spazio alle menzogne e ai sotterfugi di chi pensa ai propri interessi. Dopo aver appeso uno striscione all’interno della sala del convegno, i manifestanti al grido di “1, 10, 100 valsusa!” e “andate tutti a casa” hanno dato a conoscere molto bene l’opinione di gran parte della popolazione in una sala letteralmente presa da assalto.
da Infoaut
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