Il “testo unico” sulla rappresentanza sindacale varato definitivamente ieri sera con la benedizione del presidente Napolitano espropria i lavoratori dei propri strumenti democratici ed è il tentativo di chiudere definitivamente qualsiasi spazio di democrazia e di conflitto nei luoghi di lavoro, attribuendo ai firmatari una prerogativa legislativa che invece la Costituzione attribuisce al Parlamento eletto dal popolo.
Non sappiamo in che misura la tempistica dell’emanazione del “testo unico” sia stata dettata dall’esigenza di stoppare la proposta di legge sulla rappresentanza contenuta nel jobs act avanzata da Renzi e di fornire un pacchetto preconfezionato dalle parti sociali e pertanto intoccabile, sappiamo però che se si vuole normare l’articolo 39 della costituzione questo non può che avvenire attraverso l’ emanazione di una legge da parte del Parlamento.
Sanzionare il conflitto per rendere esigibili gli accordi, consentire alla contrattazione di secondo livello di derogare ai contratti nazionali, garantire solo a chi si piega alla sottoscrizione del “testo unico” e quindi accetta di non lottare più contro accordi che non condivide, tentare di aggirare la sentenza della Corte costituzionale, rendere inesigibile il referendum nel caso in cui l’accordo sia sottoscritto dalla maggioranza delle RSU sono le perle più evidenti contenute nel testo unico.
Saranno i punti prioritari che metteremo al centro dello scontro, duro e senza sconti, che l’Unione Sindacale di Base avvia da oggi in tutta Italia e in tutti i luoghi di lavoro.
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