Dopo giorni e giorni di lotta e di braccio di ferro con la polizia mandata a sfondare i picchetti, i lavoratori continuano il presidio davanti alla Granarolo nonostante il freddo polare e la neve che cade. Domani è prevista una assemblea e sabato un corteo a Bologna. Domenica i due facchini arrestati il 23 gennaio al picchetto sono stati scarcerati, ma le motivazioni con cui il giudice aveva confermato il loro arresto sono incredibili e sembrano destinate e fare “giurisprudenza” in materia di conflitti sociali e sul lavoro: “La gravità del fatto deve ritenersi ravvisata nella potenzialità deflagrante, per idoneità emulativa, dell’atto di resistenza, in un contesto sostanzialmente ostile sia alle forze padronali, identificate nella Granarolo e nel consorzio Sgb, sia alle forze di polizia, ritenute il braccio armato delle prime” scrive il giudice Alberto Ziroldi del tribunale di Bologna nel convalidare l’arresto dei due delegati del Si Cobas finiti in manette giovedì 23 gennaio, durante ll picchetto ai cancelli della Ctl, la cooperativa che gestisce il movimento dei prodotti Granarolo in via di Cadriano. Secondo il giudice la “condotta oppositiva, sia pure moderatamente violenta, ad un atto d’ufficio, appariva idonea a creare condizioni di ulteriore pregiudizio dell’ordine pubblico e di valori costituzionalmente protetti”. A Bologna è stata convocata una assemblea cittadina per domani mercoledì 29 gennaio, in via zamboni 38, mentre sabato 1 febbraio è stato convovcato un corteo con lo slogan “sciopero fino alla vittoria!” appuntamento alle 15.30 in piazza dell’Unità.
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