Siamo abituati a tutto, è vero. Ma c’è ancora molto che ci fa incazzare. Anche a voi, speriamo….
Naturalmente bisogna guardare alle sigle che fanno queste cose: Cgil-Cisl-Uil. I sindacalisti, storicamente, sono un’altra cosa.
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In Italia ci sono 120 casse edili, più di una per ogni provincia. Ogni cassa ha un consiglio di amministrazione composto mediamente da 20 persone, scelte tra i rappresentanti dei costruttori e i sindacati di categoria dei lavoratori Cgil, Cisl e Uil.
Le imprese devono versare per ogni dipendente una percentuale che supera il 20% del reddito lordo degli operai e che varia per ogni provincia. Questi soldi tornano in gran parte direttamente ai lavoratori: ferie, tredicesima, etc. Una parte invece torna sotto forma di servizi: il vestiario, i libri scolastici per i figli e corsi di formazione per la sicurezza.
I corsi sono gestiti dalle Scuole Edili che sono enti paritetici con ulteriori consigli di amministrazione. Ad Arezzo la Scuola Edile ha incaricato come rappresentanti territoriali della sicurezza i sindacalisti. Questi esperti devono girare sui cantieri, fare riunioni con i lavoratori, rilevare le problematiche di sicurezza indicate dagli operai, compilare un verbale e comunicare al datore di lavoro le eventuali anomalie riscontrate per la prevenzione e la sicurezza. Il verbale deve essere consegnato al datore di lavoro che, in caso di ispezione, deve esibirlo.
Questo servizio è finanziato attraverso una percentuale che le aziende pagano sul reddito del lavoratore alla cassa edile. L’ingegner Fabozzi è stato presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) di Arezzo e della Cassa Edile ma, quando ha chiesto il riscontro dei verbali prima di effettuare i pagamenti, ha trovato molte anomalie. I sindacati hanno consegnato schede fotocopiate di visite svolte in diversi cantieri e alcune avevano le date palesemente modificate. Inoltre dividendo la somma richiesta per le ore di formazione dichiarate, ha calcolato che i sindacalisti avrebbero chiesto oltre 100 euro all’ora. Mentre l’accordo prevede che il rimborso sia equiparato a quello del distacco sindacale, vale a dire circa 25 euro all’ora.
Oggi l’ingegnere Fabozzi è vicepresidente di Confindustria di Arezzo, tutta la documentazione è stata consegnata alla procura. La sua, oltre che una denuncia, è un appello per l’abolizione delle casse edili. Questi soldi, dice, dovrebbero essere inseriti in un contratto unico nazionale e andare direttamente ai lavoratori.
da Corriere.it
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