Non si placa la vendetta delle istituzioni nei confronti delle mobilitazioni dei lavoratori autoferrotranvieri della città di Genova del novembre 2013 che, seppur motivo di notevole disagio, ha raccolto dagli stessi cittadini una vasta solidarietà. Dopo le sanzioni economiche ai danni dei lavoratori il Presidente della Commissione di Garanzia, Roberto Alesse, sottoscrive un teorema di complesse congetture con le quali si tenta di imporre alle Organizzazioni Sindacali un ruolo tiranno e prevaricatore nei confronti di chi osa violare le regole sull’esercizio del diritto di sciopero.
Secondo il “teorema Alesse” le Organizzazioni Sindacali sono venute meno ad “una concreta azione dissuasiva nei confronti dei lavoratori e, ciò anche in coerenza con il principio generale per cui non fermare un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”.
Un “teorema” che in modo palese invoca il ruolo repressivo delle OO.SS. nei confronti delle iniziative dei lavoratori, già fatto proprio nell’accordo del così detto “testo unico sulla rappresentanza sindacale” sottoscritto il 10 gennaio 2014 dalle confederazioni CGIL-CISL-UIL con Confindustria.
Non più, quindi, rappresentanti dei lavoratori bensì loro controllori; un principio che sembra legittimare la Commissione ad applicare una sanzione ai danni delle OO.SS. di 25.000,00 euro ciascuna .
Ciò, la dice lunga su quali siano le intenzioni del “Garante” e del Governo in materia di diritto di sciopero; un segnale pesantemente repressivo che si aggiunge agli innumerevoli provvedimenti che hanno colpito i lavoratori della Campania, del Veneto, della Toscana così come in moltissime altre regioni dove a fronte delle ristrutturazioni aziendali, fallimenti, privatizzazioni, tagli al salario i lavoratori non sono certo rimasti a guardare.
L’Unione Sindacale di Base nel denunciare come illegittimo ed arrogante il provvedimento sanzionatorio della Commissione ribadisce la necessità di restituire ai lavoratori: il reale diritto all’esercizio dello sciopero, sempre più vanificato con l’inasprimento della legge 146/90 e le sue innumerevoli modifiche; il reale diritto di rappresentanza vanificato dagli accordi nazionali sottoscritti da CGIL-CISL-UIL e Confindustria che sanzionano il conflitto per rendere esigibili gli accordi, consentono alla contrattazione di secondo livello di derogare ai contratti nazionali, garantiscono i diritti sindacali solo a chi si piega alla sottoscrizione del “testo unico” e quindi accetta di non lottare più contro accordi che non condivide.
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