Mentre nei paesi Piigs l’orario di lavoro deve estendersi fino all’intera giornata di vita, nei punti forti della produzione si può anche concedere qualcosina.
La notizia è secca: la Bmw accetta di considerare il lavoro “extra-fabbrica” per l’azienda come orario di lavoro. Quindi, esclusivamente per gli impiegati, smas, mail, telefonate, pratiche varie seguite sul computer da casa o in viaggio entrano ufficialmente nel conteggio delle fatidiche 40 ore settimanali. Con annesse “conseguenze” salariali in positivo.
La casa automobilistica bavarese è attualmente numero uno mondiale nella produzione di auto del segmento premium (non proprio “lusso lusso”, come Ferrari o Rolls Royce, ma quasi), dove dunque la redditività degli investimenti e il margine di utile sono altissimi. Mica fanno le Panda, lì…
Il meccanismo funzionerà come un orologio tedesco: il dipendente potrà scegliere se farsi conteggiare l’extra time come straordinari o “defalcarlo” dalle ore passate in fabbrica.
Di “sorprendente”, per chi guarda le cose da questo paese, è che l’iniziativa è partita dall’azienda, non dal sindacato IgMetall. Naturalmente, il nuovo sistema di calcolo dell’orario – che per l’azienda si tradurrebbe in una riduzione dell’orario – si accompagnerà a una riorganizzazione complessiva del lavoro tale non tradursi in riduzione della “competitività”. Non abbiamo dubbi che, alla fine, la Bmw riuscirà a guadagnarsi lo stesso, con il plauso dei dipendenti…
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