ATAC: siamo alle solite; quando viene messa in discussione l’immagine di una grande azienda legata agli interessi politici, a soccorrerla è sempre la folta schiera di giornalisti asserviti loro e, guarda caso, i delinquenti risultano essere i lavoratori.
E’ “Il Messaggero”, noto quotidiano della capitale, a lanciare l’anatema contro i lavoratori della società ATAC s.p.a. facendo emergere la propria completa ignoranza del mondo degli autoferrotranvieri. Si diletta ad accomunare, in una sorta di associazione a delinquere, i lavoratori in malattia, quelli che usufruiscono della ex legge 104 per l’assistenza al famigliare invalido; entra nel merito delle visite periodiche di idoneità, obbligatorie per legge, descrivendole come un privilegio. Tenta di parlare dei “liberi con paga” senza sapere di cosa stia parlando, si inerpica nel faticoso tentativo di analizzare la differenza tra un lavoratore inidoneo temporaneo a quello definitivo e in modo grottesco di entrare nel merito delle competenze sanitarie facendo molta attenzione a non far cenno a scandali e denunce che hanno delineato il percorso aziendale nel merito dei vari centri medici coinvolti.
USB Lavoro Privato ritiene sicuramente “sprecata” tanta professionalità offerta a basso prezzo ad una dirigenza aziendale, proprio in questi giorni sul banco degli imputati per il caso “parentopoli”e per il quale USB vuole costituirsi parte civile; ulteriormente incriminata per aver depredato il denaro pubblico attraverso la clonazione dei titoli di viaggio e per stipendi che superano quello del Presidente degli Stati Uniti. Se con articoli di tale taglio si intende avviare una campagna di risanamento aziendale criminalizzando in modo volgare i lavoratori accettiamo fin d’ora la sfida, così come abbiamo accettato di contrastare il micidiale triangolo tra politica, aziende pubbliche e rapporti con i privati che trasforma in merce i servizi pubblici essenziali.
Se a questi si aggiunge qualche inetto giornalista, non ne rimaniamo certo impauriti.
USB Lavoro Privato
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