Pugno di ferro contro i contestatori. Questa è la linea di condotta della procura di Torino, anche nel caso di parenti dei giudici stessi. Se non altro, non rischiano l’accusa di “nepotismo”.
Quattro mesi di reclusione è la condanna inflitta a Rubina Affronte, giovane attivista che nel 2010 lanciò a Torino un innocuo fumogeno contro il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, durante la festa nazionale del Pd.
La ragazza è stata riconosciuta nientepopodimeno colpevole di “tentate lesioni” (visto che non ce ne sono state…), “danneggiamento” (della giacca dello stesso Bonanni) e “getto pericoloso di cose” (sarebbe stato lo stesso per uno sputo in un occhio?).
Bonanni venne in effetti accolto a Torino da un coro di fischi. Se non ci fosse stato il servizio d’ordine del Pd e i poliziotti, che cercarono di buttar fuori con la forza i contestatori, tutto sarebbe finito in musica. E il “pericolosissimo fumogeno” sarebbe rimasto dov’era.
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