Le ultime dichiarazioni del sindaco di Roma Marino confermano come il sistema di gestione complessivo dei beni comuni da parte del Governo italiano e delle Istituzioni locali abbia trascinato molte città italiane, a partire dalla capitale, verso un punto di non ritorno.
I tagli draconiani ai trasferimenti operati dal ministro Tremonti e confermati dai suoi successori, la gestione a dir poco sconcertante delle aziende che erogano servizi pubblici; le privatizzazioni dannose, la persecuzione dei dipendenti degli enti locali; un sistema di appalti ai privati a costi esorbitanti, sono solo alcune delle cause del disastro.
La stessa gestione del decreto cosiddetto “Salva Roma” dimostra come la politica continui imperterrita su questa strada, permettendo alla parlamentare Lanzillotta, indimenticata protagonista delle fallimentari privatizzazioni della Centrale del Latte di Roma e di parte dell’Acea, di presentare emendamenti con l’obiettivo di privatizzare tutto il possibile, alla faccia dell’esito del referendum sui beni pubblici del 2011.
Che lo sfacelo continui a ricadere su lavoratori e cittadini è davvero inaccettabile. Serve un completo cambio di rotta che eviti le privatizzazioni, rilanci i servizi pubblici e colpisca davvero gli enormi sprechi e inefficienze alle quali siamo costretti ad assistere da troppo tempo.
L’USB di Roma e del Lazio si opporrà con forza a qualsiasi forzatura che prenda spunto da questo disastro per mettere le mani sulla città e sui servizi alla cittadinanza, a partire dalla manifestazione indetta giovedì 6 marzo alle 16.30, presso piazza Bocca della Verità, a cui invita a partecipare tutti i dipendenti di Roma capitale e delle società partecipate.
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