Il prossimo 24 aprile
In un Paese come il nostro, dove Vaticano, massonerie, lobby e grandi famiglie industriali hanno fatto e continuano a fare il bello e il cattivo tempo, vedendo profilarsi il più che fondato sospetto che in Cassazione vengano alleggerite le posizioni degli imputati, invitiamo lavoratori e cittadini a presidiare il palazzo dove ha sede
Per sostenere le famiglie delle vittime e i lavoratori e ricordare a quanti in questi anni – vertici aziendali, Confindustria, A.m.m.a., sindacalisti Uil conniventi con l’Azienda come Maurizio Peverati e Michele Carbonio e operai e quadri che hanno testimoniato il falso, hanno macchinato dietro le quinte con lo scopo di impedire l’accertamento della verità e delle responsabilità degli imputati – che la classe operaia non dimentica la più grande strage di lavoratori degli ultimi 30 anni che ha colpito Torino, culla della tradizione operaia e della Resistenza al nazifascismo.
Una città che, colpita duramente dalla crisi innescata dal capitale finanziario, fatica a trovare un nuovo volto che non sia quello tradizionalmente legato alla Fiat e al design automobilistico ormai al tramonto, complici il benestare politico di vecchi e nuovi amministratori (Chiamparino e Fassino) e l’appoggio finanziario da parte di gruppi bancari (in primis Intesa San Paolo, il cui Presidente Bazoli è notoriamente legato alla formigoniana CL e ancor più al suo braccio finanziario, la potentissima lobby CdO,
Piero Fassino non perde occasione per dare il suo sostegno a gruppi finanziari e industriali che, sperperando centinaia di milioni di euro in opere inutili, stanno affossando Torino (e l’Italia) ed è così responsabile di aver reso il capoluogo piemontese una delle città italiane più colpite dagli effetti della crisi. Proprio di questi giorni è la notizia, che suona come una vera e propria beffa, visti i numeri dei giovani disoccupati torinesi (35 % nel 2013), che proprio la nostra Città, durante il prossimo semestre europeo guidato dall’Italia, è designata ad ospitare il vertice europeo contro la disoccupazione giovanile.
Se non si rilancia il lavoro, utile e dignitoso, come unica misura per contrastare gli effetti più nefasti della crisi, si andrà inevitabilmente ad un aumento della conflittualità sociale. E le soluzioni potrebbero essere molte: aumentare l’orario di apertura dei musei, rilanciare il patrimonio artistico aprendo nuovi siti archeologici e rilanciando quelli già esistenti, potenziando il trasporto pubblico anche nelle fasce notturne, bonificando le ex aree industriali dismesse (compresa l’area ThyssenKrupp) dalle sostanze nocive, potenziando istruzione e sanità. Cittadini a pieno titolo, non considerati tali solo quando le amministrazioni devono “fare cassa” con tasse, balzelli e rincari di ogni genere.
Nessuna fiducia nelle istituzioni, complici dello stato di crisi in cui versiamo, ma al contrario rompere il meccanismo della delega e della sudditanza alla quale siamo abituati e lottare in prima persona, ognuno secondo le proprie possibilità e le proprie caratteristiche, per cambiare questo sistema produttivo che genera profitti (per la classe dominante) in cambio di lutti (per i proletari) e affermarne uno nuovo che stiamo già creando sulle ceneri del capitalismo ormai in disfacimento: il socialismo. Solo un sistema produttivo in cui siano i lavoratori stessi ad esercitare il controllo dei mezzi di produzione, e sulla sicurezza del lavoro, sarà in grado di eliminare i morti sul lavoro, vittime del profitto dei padroni.
Ci rivolgiamo alla parte sana del Paese, chi lotta contro la devastazione ambientale, per la dignità del lavoro e in difesa dei diritti, a quanti sono già in lotta per una società migliore, perché in vista del 24 aprile prossimo promuovano e partecipino in prima persona al presidio di solidarietà ai familiari di tutte le vittime del profitto davanti alla Corte di Cassazione a Roma, piazza Cavour. Noi non dimentichiamo.
Nessuna giustizia, nessuna pace.
Torino, 25 marzo 2014
Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino
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