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Stop alla rottamazione della ricerca e dei precari

Circa 600 precari storici rischiano di essere rottamati insieme con la ricerca nel settore dell’agricoltura, e sono tutti coetanei dell’attuale Presidente del Consiglio. A denunciarlo è Claudio Argentini, dell’esecutivo nazionale USB P.I. Ricerca. “La ricerca pubblica in agricoltura, specie in un paese che punti alle produzioni di qualità, dovrebbe essere prioritaria. Il ministro dell’Agricoltura Martina dovrebbe dunque avere ben chiaro in mente che rilanciare enti come l’Istituto Nazionale di Economia Agraria ed il Consiglio di Ricerca dell’Agricoltura porta solo vantaggi al nostro Paese”. “Le passate gestioni di INEA e CRA hanno provocato disastri anche economici e sono state avversate con determinazione dall’USB e dai lavoratori. Chi sarebbe da rottamare – sottolinea Argentini –  sono i revisori dei conti e la nomenklatura che su quella dirigenza, peraltro ora allontanata e, a quanto ci risulta, indagata, non hanno esercitato il loro controllo”.

“Nel 2014 e nel 2015 – ricorda il dirigente USB – l’agricoltura sarà al centro dell’attenzione internazionale. Expo? Semestre europeo? Veramente il nostro Paese ha intenzione di porsi all’attenzione del mondo agricolo internazionale sopprimendo enti e licenziando precari con anni di servizio alle spalle?”.

“Oggi siamo in presidio al MIPAAF per chiedere al ministro Martina di stralciare da ogni norma in preparazione la soppressione degli enti e di aprire subito un tavolo serio per il governo della ricerca in agricoltura, che va finanziata e dotata del personale necessario stabilizzando i precari. Ogni altra possibilità vedrà la nostra lotta continuare ed alzarsi di livello, coinvolgendo il Parlamento per impedire lo scempio di un bene collettivo”, conclude Argentini.

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