Questa è l’Italia del Governo Renzi e del PD.
Più di tre milioni di senza lavoro, disoccupazione giovanile al 42%, i nuovi
posti di lavoro sono all’85% precari: è questa la drammatica situazione
causata dalla crisi del padronato e dalla totale subalternità degli ultimi
Governi italiani alle politiche dell’Unione Europea.
Facendosi forte della debolezza e ricattabilità dei settori sociali, il
Governo Renzi ha velocizzato l’attacco ai diritti sociali e democratici.
Le nuove Leggi sul lavoro sono l’esaltazione di un modello sociale fondato
sulla precarietà assoluta e sul ricatto occupazionale: è il futuro che
l’Unione Europea sta ritagliando per i settori popolari del continente e in
particolare per quelli dei paesi meridionali tra i quali il nostro paese.
La loro ricetta contro la crisi dei profitti è la crisi permanente dei
lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati.
Il Governo Renzi e il Partito Democratico è il blocco di potere politico che
si è fatto garante della piena applicazione di questa ricetta fondata
sull’abbattimento ulteriore delle residue tutele sul lavoro e nella società.
Il Decreto Legge “Job Act 1”, già approvato con il voto di fiducia alla
Camera, andrà in votazione al Senato nei prossimi giorni, mentre la seconda
parte – il Disegno di Legge “Job Act 2” – è già in discussione in
Commissione Lavoro del Senato.
Il “Job Act 1” legalizza il ricorso indiscriminato e truffaldino ai
contratti precari e sottopagati, dai tempi determinati ai contratti di
apprendistato.
Il “Job Act 2” è una mini legge di pochissimi articoli che da una delega in
bianco al Governo Renzi per riscrivere tutte le norme sui contratti di
lavoro: un “nuovo codice del lavoro” per rendere più semplice lo
sfruttamento e più difficile la tutela dei propri diritti nei luoghi di
lavoro; dove la cassa integrazione e il trattamento di disoccupazione
vengono riscritti per renderli più utili al ricatto occupazionale e meno
costosi per le aziende e per lo Stato.
Una legge antisociale ma anche l’esempio del nuovo autoritarismo renziano,
dove le “procedure democratiche” vengono forzate e eluse in un clima di
perenne emergenza.
Reagire a questa politica fatta di demagogia e autoritarismo è necessario
anche se complicato, il prossimo semestre europeo sarà l’ambito di questa
sfida: costruire a livello nazionale e locale una mobilitazione permanente
contro il Governo Renzi e contro il potere e i vincoli che ci vengono
imposti dalla Unione Europea.
La prossima settimana il Decreto “Job Act 1” arriva in votazione al Senato,
anche da Bologna bisogna continuare a far sentire una netta opposizione a
queste scelte: per questo proponiamo una RIUNIONE CITTADINA per il prossimo
Lunedì 5 maggio alle ore 17.30 presso la sede dell’associazione HUB in Via
Serra 2/G Bologna.
Ross@ Bologna
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