E’ oramai di pubblico dominio la protesta che si sta espandendo in tutta Italia per denunciare l’illegittimità della firma, posta dai vertici Snater, sull’accordo del 10 gennaio relativo alla rappresentanza sindacale. Un accordo ritenuto devastante per il concetto di stesso di democrazia poiché esclude tutti coloro –in genere le minoranze- che non fanno parte (per scelta ponderata) della compagine firmataria, composta da cgilcisluiluglcisal.
Dalle dichiarazioni di alcuni delegati Snater, i cosiddetti “cipressi”, che si oppongono con veemenza ed ostinazione alla firma posta dai propri dirigenti, emergono alcuni punti significativi.
Si parla chiaramente di “un colpo di mano” dei vertici dell’organizzazione sindacale che, senza mandato dei propri delegati e senza il rispetto degli organismi di struttura, si sono ritenuti tanto autoreferenziali e tanto autosufficienti da procedere in nome e per conto di molti iscritti, potenzialmente contrari all’accordo su menzionato.
I “cipressi” contestano la legittimità della firma, ritenuta assolutamente impropria e strumentale anche a tacitare le opposizioni interne, in particolare quelle più combattive nel voler esprimere un’opinione che possa “addirittura” essere in contrasto con il “verbo”.
La protesta interna è appena iniziata e, oltre ai “cipressi” di Roma, hanno subito aderito quelli del Piemonte e della Puglia, ma la “foresta” sembra potersi espandere ulteriormente.
Apprendiamo inoltre che alcuni delegati Snater “non allineati” per così dire, hanno ricevuto l’invito a dimettersi. Di fronte al diniego, pare che dei “tagliaboschi” stiano valutando la possibilità di agire sul fronte disciplinare.
Ma attenzione, perché i cipressi sono alberi snelli, nerboruti, compatti e sempreverdi, non virano di colore! La questione della legittimità della firma sull’accordo del 10 gennaio, non è esclusiva di questo sindacato, pertanto la questione sarà ripresa e approfondita anche in altri ambiti.
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