Nell’incontro tenuto oggi presso la sede di Assaereo, il primo di merito sulla situazione di Alitalia, non si sono registrati né novità né passi in avanti. La delegazione aziendale ha infatti riconfermato il numero degli esuberi, così come illustrati nella precedente riunione alla presenza dell’a.d. Del Torchio, ribadendo le modalità della procedura e i tempi per la conclusione del progetto già comunicati.
L’USB registra che si continuano a svolgere incontri a tavoli separati, oltretutto dopo la vergognosa presa di posizione di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, che hanno impedito di tenere la riunione di lunedì scorso, mentre emerge una certa incomprensibile ritrosia a entrare nel merito e nel dettaglio degli esuberi.
Un insieme di elementi che sta sinistramente facendo somigliare questa vertenza a quella del 2008, con tutto il disastro già ha apportato ai lavoratori, ai cittadini e alle relazioni sindacali in tutto il Paese.
Dopo le assemblee di ieri con i lavoratori, l’USB ribadisce le posizioni già comunicate ad Alitalia: esuberi zero, con tutti gli strumenti che impediscano anche un solo licenziamento.
L’USB ha chiesto inoltre una gestione equa e trasparente delle categorie e l’intervento strategico dello Stato nell’intero trasporto aereo: sono questi i pilastri che servono non solo a superare la crisi aziendale, ma a ridare lavoro e prospettive in un settore in piena crisi industriale ed emorragia occupazionale.
Riteniamo vergognoso e inaccettabile che l’operazione CAI, nata con il beneplacito dell’intero quadro istituzionale, politico e confederale, e con l’incapacità del top management dell’epoca, venga pagata ancora una volta dai lavoratori.
L’USB ritiene che senza un riordino complessivo del settore, dove compagnie come RyanAir pagano lo stesso servizio tre volte meno di Alitalia e dove si licenziano intere generazioni, in un mercato che prevede il raddoppio di passeggeri in 10 anni, si corre il serio rischio di ripetere lo stesso errore commesso 6 anni fa.
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