L’emergenza casa ha assunto connotati drammatici per il numero sempre più elevato di abitanti coinvolti a Roma e in tutto il Paese: solo nella Capitale nel 2013 le richieste di esecuzione di sfratto sono circa 8.000 (circa 20 al giorno) che, confrontate con il dato nazionale (129.577 nel solo 2013), danno numeri impressionanti e rendono chiara una situazione che assume sempre più l’aspetto di una calamità naturale provocata dalla speculazione immobiliare nel nostro paese.
I provvedimenti sostenuti dal Governo Renzi con il Piano-Casa del Ministro Lupi non affrontano questa problematica anzi la acuiscono con l’articolo 5 che attacca ferocemente chi ha trovato una soluzione abitativa occupando una casa: questo rappresenta una vera e propria guerra verso i ceti meno abbienti che, complice anche la situazione di crisi in cui versa il paese, non possono permettersi affitti da capogiro oppure pagare mutui insostenibili per la propria casa.
Questa guerra dichiarata ai poveri produrrà un ulteriore tsunami abitativo, pari alle conseguenze di una catastrofe naturale.
Ogni giorno assistiamo a casi di famiglie cacciate dai propri alloggi con l’uso della forza pubblica a causa degli sfratti e degli sgomberi e il Comune di Roma rimane inerme. Non esistono soluzioni abitative alternative per chi finisce in mezzo alla strada, questo mentre si continua a pagare oltre 35mln di € l’anno, circa 2500€ al mese a famiglia, per i residence che non rappresentano assolutamente una risposta al problema. Anche le altre soluzioni annunciate dal Sindaco Marino, gli 800 € al mese da dare a chi vive l’emergenza casa, si è già dimostrata completamente fallimentare perché i proprietari non affittano gli alloggi a chi non ha redditi o vive con stipendi precari.
Decine di sfrattati sono arrivati questa mattina sotto la sede della protezione civile, in via Ulpiano 11 a Roma, per chiedere alla protezione civile che venga proclamato immediatamente lo “stato di calamità abitativa” e che il dramma degli sfratti venga trattato allo stesso modo di un terremoto o di uno tsunami.
I manifestanti chiedono inoltre che vengano installati dei moduli abitativi per dare un alloggio provvisorio a chi perde casa.
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