Pronta disponibilità non più per i servizi essenziali sulle 24 h, come da contratto di lavoro, ma allargata a tutte le aree di attività sulle 12 h, con adesione volontaria del personale pari all’80%, altrimenti diventa obbligatoria per tutto il personale con una remunerazione vicina ad uno straordinario valorizzato.
Questa è l’unica proposta dell’Azienda Careggi per far fronte alle assenze del personale.
Quindi in poche parole al personale del comparto sanitario (infermieri, ostetriche, OSS) viene chiesto oltre ai rientri obbligatori nell’orario programmato pur avendo un credito, oltre alla disponibilità richiesta per la libera professione (26 euro lorde l’ora), oltre alla flessibilità, ora si aggiunge la pronta disponibilità Volontaria/obbligatoria.
Questa è una proposta che l’Azienda ha informato la RSU ad un tavolo di trattativa, ma al momento è solo posta nel cassetto pronta ad essere utilizzata.
Il lavoro della RSU avrebbe dovuto fermare questo marchingegno dove un’Azienda considerata di alta specializzazione si regge con 4 gatti all’assistenza, avrebbe dovuto mirare ad assumere personale, avrebbe dovuto ostacolare il taglio dei posti letto, ma siccome abbiamo una RSU dove la maggioranza (CGIL e CISL) neanche discute in assemblea gli argomenti e si mette direttamente d’accordo con l’azienda questi sono i risultati: carichi di lavoro improponibili con responsabilità che ricadono solo su chi accetta tali condizioni, qualità dell’assistenza sempre più in degrado, profitto al posto della cura.
Come essere in accordo con una gestione di questo tipo?
La Sanità pubblica è un valore da difendere non da svendere o tranne profitto
COBAS sanità careggi USI sanità Careggi
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