E alla fine fiducia fu: alla Camera è stata votata la sedicesima fiducia al governo Renzi, questa volta sul DL 90/2014, che contiene la mobilità obbligatoria entro i 50km per i lavoratori pubblici, il possibile demansionamento in caso di esuberi, il taglio del 50% dei distacchi e dei permessi sindacali.
Questi tre punti, osteggiati con forza dalla USB Pubblico Impiego anche con il recente presidio davanti al Parlamento dello scorso 28 luglio, sembrano essere rimasti nel testo approvato nella notte alla Camera e che, dopo il voto conclusivo previsto per oggi, passerà all’esame del Senato in una forma prevedibilmente blindata.
Intanto i sindacati complici abdicano ancora una volta alla propria funzione e, senza aver organizzato un minuto di protesta contro il provvedimento, si accontentano di poter svolgere un qualche ruolo nell’individuazione dei criteri per la mobilità obbligatoria in continuità con l’accordo sul lavoro pubblico sottoscritto da CGIL-CISL-UIL il 3 maggio del 2012, alla vigilia dei processi di spending review.
L’USB P.I. rifiuta il ruolo di carnefice dei lavoratori e continua a contrastare con tutti i mezzi le politiche di austerità imposte dalla Troika e fatte proprie dal governo italiano, il quale prosegue, in continuità con i precedenti esecutivi, ad attaccare i diritti dei lavoratori, a tagliare pezzi di Stato sociale e a ridurre gli spazi di democrazia.
Nelle prossime settimane l’USB Pubblico Impiego riprenderà la battaglia nei posti di lavoro per tornare a costruire, dopo l’estate, le condizioni per il riscatto di chi ha subito e continua a pagare le politiche di austerità e di sacrifici.
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